E forse non è un caso, visto che per le piccole e medie imprese meridionali l’intensità di aiuto pubblico è più elevata: 35% in conto capitale a fondo perduto per investimenti in trasformazione e commercializzazione delle materie prime agricole e 40% per investimenti nelle produzioni agricole ed i progetti di ricerca.
E a mostrarsi particolarmente attivi sono i contratti di filiera nel comparto zootecnico: solo in Campania se ne contano ben 4, tre a regia Agrocepi – per la valorizzazione delle filiere del Suino nero italiano, della mozzarella di bufala campana Dop e del caciocavallo silano Dop, e uno sostenuto dalla Coldiretti per la valorizzazione delle carni bovine linea vacca vitello 100% made in Italy.
Agrocepi nel comparto zootecnico promuove tre contratti di filiera: e tutti e tre partono dalla sede di Battipaglia (Sa).
"E’ il momento della concretezza, delle perizie giurate e dei computi metrici, occorre fare bene e presto per giungere preparati al 27 novembre 2017, data dalla quale sarà possibile presentare i progetti preliminari" dice Francesco Cicalese, amministratore di General contract e responsabile nazionale agroenergie di Agrocepi.
Intanto, Coldiretti Salerno promuove il contratto di filiera per la valorizzazione delle carni bovine linea vacca vitello 100% made in Italy. Centinaia sono gli allevatori della provincia di Salerno interessati ad aderire a un accordo che vede impegnati tutti gli attori della filiera, dalle aziende agricole fino alle industrie di macellazione e distribuzione.
"La zootecnia è un comparto trainante per l’agricoltura salernitana, anche per la tutela ambientale e per il mantenimento delle aree interne – spiega il presidente di Coldiretti Salerno, Vittorio Sangiorgio – Con questo contratto di filiera andremo a rilanciare il settore attraverso una maggiore valorizzazione del made in Italy, un’adeguata remunerazione dell’impresa con un prezzo minimo garantito e maggiori tutele sui mercati.
Francesco Cicalese, amministratore della General Contract, coordina i due tavoli tematici, uno sulla filiera latte vaccino e l’altra sulla filiera latte bovino, che daranno vita a breve ai due distinti contratti di filiera sotto gli auspici di Agrocepi, organizzazione della quale è il responsabile nazionale del dipartimento Agroenergie.
"Uno degli accordi è interamente dedicato alla zootecnia meridionale delle aree interne, che vede schierate nella filiera del Caciocavallo Silano Dop circa 60 imprese, una decina di caseifici e più di 50 allevamenti, dalla Calabria al Molise, passando per Basilicata, Campania e Puglia, senza mai lasciare l'Appennino meridionale - afferma Cicalese, che ricorda - decisivo è il ruolo del Sud nel contratto per la filiera della Mozzarella di Bufala Dop, che vede coinvolte Campania, Puglia, Molise e Lazio, con circa 10 caseifici e oltre 50 allevamenti".
L’obiettivo dei contratti di filiera targati Agrocepi è rafforzare le filiere latte lungo una doppia logica: quella della tipicità, con enfasi posta sui prodotti Dop, e dell’ammodernamento delle aziende zootecniche, finalizzata all’accesso a più elevati livelli di benessere animale ed alla produzione di energia con il biogas.
Il settore delle carni bovine – obiettivo del contratto di filiera sostenuto da Coldiretti - presenta diverse criticità che hanno provocato, negli anni, una crescente perdita di allevamenti. In particolare, il settore sconta la frammentarietà della filiera, i costi elevati, la contrazione delle richieste dei consumatori, la forte concorrenza di prodotto estero.
"Di qui – continua Sangiorgio - la necessità di creare una rete di allevatori per la produzione di vitelli, con un prezzo minimo garantito, nuovi sbocchi di mercato, e la possibile contribuzione del Mipaaf".
Coldiretti ha incontrato a Contursi Terme centinaia di allevatori delle province di Salerno e Avellino per illustrare le opportunità del bando Mipaaf. È possibile negli uffici Coldiretti, da subito, sottoscrivere la domanda di ammissione al contratto di filiera. È un'occasione fondamentale per la zootecnia delle aree interne. In Campania sono 78mila i capi bovini da carne. Con questo progetto Coldiretti intende dare valore aggiunto al prodotto italiano e rassicurare il consumatore, che è ormai alla ricerca dei vitelli nati, allevati e macellati in Italia.