Misure di emergenza e comunque articolate in più punti di intervento, che sono state discusse ieri al dicastero di via XX Settembre a Roma, alla presenza degli assessori regionali all’Agricoltura Gianni Fava (Lombardia), Sofia Ricci (Lazio), Daniela Nugnes (Campania), Fabrizio Nardoni (Puglia), Sergio Bolzonello (Friuli Venezia Giulia), Simona Caselli (Emilia-Romagna).
Roma ha messo anche le mani avanti sull’andamento delle produzioni lattiere interne, onde evitare che disposizioni sanzionatorie da Bruxelles facciano saltare il banco. E così Martina ha annunciato di aver scritto al commissario europeo Phil Hogan, chiedendo di prevedere la rateizzazione senza interessi delle eventuali multe per le quote latte dell’ultima campagna.
Rafforzare la filiera e i rapporti interprofessionali
“Dobbiamo dare una svolta ai rapporti nel settore del latte e superare degli ostacoli strutturali che da anni ci trasciniamo e che penalizzano soprattutto gli allevatori. Abbiamo proposto due scelte di fondo – ha detto Martina – per la filiera: vogliamo rafforzare l’organizzazione economica della produzione agricola e dell’interprofessionalità contrattuale e allo stesso tempo riformare il decreto ministeriale di applicazione del Pacchetto latte per affrontare la grave situazione attuale”.
Maggiore coesione all’interno della filiera, dunque, che il ministero intende perseguire anche facendo leva su strumenti “persuasivi” come il rafforzamento della “collaborazione tra ministero e Antitrust, per dare piena attuazione alle previsioni dell’articolo 62 della legge 27/2012”. Una linea di difesa, dunque, per far rispettare i tempi di pagamento nei vari passaggi della filiera, a tutela dell’anello debole.
Si rafforza anche la sinergia tra Mipaaf e Ismea, per “un monitoraggio periodico delle principali classi di prodotti agricoli sull’andamento dei costi medi di produzione, dei prezzi dei prodotti pagati ai produttori agricoli e dei prezzi dei prodotti praticati al consumatore”.
Martina annuncia la linea dura: “Laddove si riscontrassero, anche nel settore del latte, delle pratiche sleali siamo pronti a procedere con le dovute segnalazioni all’Autorità garante per il mercato e la concorrenza”.
La riforma del Pacchetto Latte prevede anche “maggiori garanzie contrattuali per i produttori, insieme all’istituzione di una Commissione interprofessionale Latte, con esperti indicati dalla filiera, alla quale affidare il compito di indicare le buone pratiche, le tendenze dei prezzi e dei costi di produzione”.
C’è spazio anche per un’etichettatura in grado di fornire al consumatore informazioni più chiare sul luogo di mungitura. Una proposta alla filiera, per ora, che ipotizziamo incontrerà qualche perplessità, anche se, ha fatto sapere Martina, “il ministero è pronto a supportare questa iniziativa con una specifica campagna di promozione”.
Un prossimo decreto ministeriale innoverà quello emanato nell’ottobre 2012 per il Pacchetto latte, introducendo obbligatoriamente clausole di garanzia nei contratti, con particolare riguardo alla loro durata e al rispetto del principio di buona prassi fondato su un equilibrato rapporto tra andamento dei prezzi e dei costi di produzione.
Contemporaneamente, è previsto un intervento sul sistema sanzionatorio per i casi di inosservanza del nuovo decreto sulle relazioni contrattuali nel settore del latte e dei prodotti lattiero caseari. Punto di arrivo di questo percorso sarà un intervento normativo teso a introdurre un’interprofessione in cui siano chiaramente regolati gli ambiti d’intervento e le modalità di partecipazione e funzionamento.
Inoltre, il ministero sta predisponendo il decreto ministeriale di attuazione del Fondo latte di qualità. Specifica attenzione, quindi, è stata data al progetto “Latte nelle scuole”, che partirà nel 2016.
Prevista anche l’opportunità di un’indicazione facoltativa di qualità “prodotto di montagna” sulle confezioni, per una più completa informazione al consumatore e, allo stesso tempo, per tutelare un segmento della produzione che opera in condizioni di oggettiva difficoltà, ma che riveste un ruolo di presidio efficace del territorio.
Le reazioni
Commento positivo da parte dell’assessore lombardo Gianni Fava, da sempre in prima linea per difendere i produttori e volumi che rappresentano il 44% del latte nazionale, per non parlare dei formaggi, con 13 riconoscimenti Dop su 46 a livello italiano.
“Sono state accolte le nostre richieste – ha affermato Fava - quindi se verranno rispettati i tempi annunciati dal ministro, cioè un decreto ministeriale ad hoc sul latte pronto entro marzo, siamo pronti a fare la nostra parte”.
“È chiaro che il decreto Catania è stato un fallimento – ha continuato l’assessore all’Agricoltura della Lombardia - quindi approvo al 100% che si adotti subito questo nuovo strumento. Sono due anni che viviamo un impasse, perché nessuno della filiera è di fatto titolato a parlare. Un pacchetto per il latte è la strada giusta”.
Soddisfatto anche Ettore Prandini, vicepresidente nazionale di Coldiretti e alla guida di Coldiretti Lombardia e Brescia. “Dal ministro delle Politiche agricole Maurizio Martina è venuto un importante impegno a prendere contatti istituzionali con l’Autorità garante per il mercato e la concorrenza – ha dichiarato - in modo che le pratiche commerciali scorrette possano essere immediatamente segnalate, come abbiamo richiesto nella piattaforma della nostra mobilitazione di venerdì scorso "Un giorno da allevatore"”.
Per Agrinsieme, il coordinamento tra Confagricoltura, Cia e Alleanza delle Cooperative, “le linee di intervento a sostegno della filiera lattiero casearia che il ministro Martina ha annunciato sono un segnale importante e positivo, che tenta di affrontare in maniera organica e sistemica la pesante crisi di un comparto per la quale Agrinsieme aveva nei giorni scorsi sollecitato la convocazione di un Tavolo, con la presenza di tutte le sigle della filiera”.
Lucio Minghelli
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Fonte: Agronotizie