"L'idea di iniziare questo tipo di coltivazione mi è venuta mentre ero a Roma. Passeggiando per il centro mi sono imbattuto in un mercatino della canapa. Pensavo di trovare tessuti, corde e fibre isolanti, e invece era pieno di infiorescenze secche", spiega ad AgroNotizie Morzenti, tra le altre cose presidente della sezione ovicaprina dell'Associazione allevatori valdostani.
Da qui l'idea di coltivare canapa in Valle. Una idea non peregrina, visto che sul territorio questa pianta si è sempre coltivata per usi industriali. Sono ancora presenti e ben visibili in tutta la regione le vasche di cemento e pietra in cui gli steli della pianta venivano lasciati a macerare per poi estrarre le fibre con cui si facevano sacchi, cordame e anche carta.
"L'aspetto più critico del progetto è stato capire esattamente quello che potevo fare", continua Morzenti. "Le forze dell'ordine all'inizio mi hanno preso per matto. Salvo confermare dopo un paio di giorni che era tutto in regola. Anche l'iscrizione alla Camera di commercio è stata una barzelletta, nessuno pensava facessi sul serio".
Già prima del 2016 in Italia c'erano coltivazioni di canapa, limitate però alle varietà che non contengono principi attivi psicotropi superiori allo 0,2% (il più noto è il Delta-9-tetraidrocannabinolo o Thc). Nel dicembre 2016 con la legge 242, il Governo ha autorizzato la coltivazione di varietà di canapa a condizione che la presenza di Thc non fosse superiore allo 0,2%. Eventuali sforamenti sono permessi fino allo 0,6%, oltre il quale c'è il sequestro e la distruzione del raccolto.
Oggi dunque la cannabis, comprese le sue infiorescenze, sono commercializzabili come biomasse, per uso ornamentale, tecnico e alimentare. Non è previsto il consumo tramite fumo, almeno in teoria. Già, perché su un terreno così scivoloso e con una normativa non chiara i margini di manovra (e di errore) sono elevati.
"Per partire con la coltivazione mi sono rivolto ad AssoCanapa che mi ha fornito alcune informazioni e venti chilogrammi di semi. Nella mia serra ho messo a germogliare quattro chili di semi tra le varietà Carmagnola e Finola", spiega Morzenti. "A maggio invece ho iniziato la fase di trapianto che è durata fino a metà giugno. Oltre 20mila piante in un ettaro di terreno, coperto con telo pacciamante e dotato di irrigazione ad ala gocciolante".
L'investimento è stato ingente, come d'altronde i risultati attesi. Con un prezzo sui 10-15 euro al grammo una singola pianta può valere una piccola fortuna. E infatti questa coltivazione, che inizia proprio sul ciglio della strada, fa gola a molti. "Anche se le piante non sono in fiore abbiamo già avuto qualche piccolo furto", ammette. "Per fine settembre, quando inizierà la fase del raccolto, avremo costruito una recinzione e probabilmente assumeremo una guardia durante la notte".
Ma quali sono gli aspetti agronomici da tenere in considerazione quando si vuole coltivare canapa? In questo articolo abbiamo approfondito il tema. Riassumendo si può dire che la canapa è una pianta piuttosto rustica, che non teme le infestanti avendo una crescita veloce e non richiede particolari cure o concimazioni. Preferisce i terreni ben drenati, come quelli in pendenza, e ben si adatta al clima montano. Visto che teme le gelate primaverili è meglio se la germinazione e le prime fasi fenologiche avvengono in serra. A differenza della pianura, dove la canapa viene seminata come il frumento, in montagna è meglio procedere alla piantumazione manuale.
Fare un conto della resa è difficile, almeno per adesso che la coltivazione è al primo anno. L'andamento climatico per ora sembra buono, anche se Morzenti ha già dovuto sostituire molte piante che non avevano attecchito. Senza contare l'incognita maschio/femmina. Sapere il sesso della pianta in fase di germinazione è impossibile e solo le femmine producono le infiorescenze.
Morzenti crede molto nelle potenzialità della cannabis light, anche perché in un territorio come quello della Valle d'Aosta, dove l'agricoltura deve fare i conti con una natura splendida ma difficile, avere una coltura da reddito che faccia tornare i conti a fine anno è una manna dal cielo. Per questo ha registrato anche un marchio 'Special Karma Valle d'Aosta - erba di montagna", sotto il quale intende anche commercializzare creme, birre, liquori e tessuti. Tutto a base di canapa.
I primi mesi di coltivazione hanno dimostrato che la varietà che meglio si adatta agli areali montani è la Carmagnola, mentre la Finola, più precoce della prima, ha subito attacchi di diversi parassiti. L'obiettivo ora è espandere la coltivazione, anche a quote più elevate. Per ora è stato impiantato un piccolo campo sperimentale a 1.300 metri Slm per vedere come risponde la pianta. L'incognita, oltre ai livelli produttivi, è la concentrazione di Thc. Ad esempio in serra è facile che la pianta sfori i limiti previsti dalla legge, mentre in piano campo e salendo di quota è più facile stare sotto lo 0,6%.
L'altra incognita è quella legislativa. Dopo la legge 242/2016 il ministero dell'Agricoltura ha pubblicato a maggio una circolare con l'intento di chiarire i punti più controversi. Il ministero della Salute ha nel frattempo chiesto un parere sulla cannabis light al Consiglio superiore di sanità il quale ha sconsigliato la vendita dei prodotti contenenti Thc. Il Consiglio non ha infatti escluso la pericolosità dei prodotti contenenti canapa, soprattutto in riferimento a minori, donne in gravidanza o soggetti con patologie. Bisogna però ricordare che i livelli di Thc presenti nella marijuana ad uso terapeutico e in quella illegale vanno dal 7% al 27%. E' dunque davvero difficile 'sballarsi' con la canapa light. Motivo per cui, tra l'altro, molti credono che la bolla della cannabis light presto scoppierà.