L’attività di moltiplicazione delle sementi ortive in Italia sembra non avere risentito degli effetti della crisi economica mondiale, confermandosi anche nel 2008 un settore di punta dell’attività sementiera nazionale riconosciuto a livello europeo e mondiale. Lo segnala l’Ais - Associazione italiana sementi, rendendo noto che l’indagine consuntiva sulle produzioni realizzate nel 2008 ha evidenziato investimenti superiori ai 14.000 ettari di colture portaseme.
 
“Si tratta ancora una volta di un risultato importante, dovuto alla professionalità dei nostri operatori ed alla qualità delle produzioni realizzate, e che permette alle aziende sementiere italiane – sottolinea Roberto Romagnoli, presidente del gruppo sementi da orto dell’Aisdi primeggiare in Europa insieme a quelle francesi. In Italia si sono sviluppate delle aree molto qualificate per le moltiplicazioni sementiere orticole, oggi concentrate per oltre l’80% in due sole regioni, Emilia-Romagna e Marche”.
“Negli ultimi anni stiamo assistendo ad una buona crescita delle moltiplicazioni in alcune aree meridionali, come Puglia, Abruzzo e Molise, che hanno raggiunto il 15% delle superfici portaseme. La vocazione di questi ambienti – è il parere di Romagnolipotrebbe essere maggiormente valorizzata qualora sostenuta da adeguate politiche di sviluppo, a livello di infrastrutture e discipline regionali”. La moltiplicazione delle sementi da orto in Italia alimenta un importante flusso di esportazioni, che nel 2007 ha superato i 50 milioni di euro, il 40% circa del totale nazionale.
 
La professionalità, la specializzazione e gli investimenti necessari per le produzioni sementiere orticole di determinate specie, come ravanelli, cavoli e brassicacee, cicorie, lattughe e carote, hanno consentito ai moltiplicatori di superare in buona parte le oscillazioni dei prezzi che hanno ultimamente caratterizzato gli altri settori. Per il 2009 le prime stime evidenziano un ulteriore progresso delle moltiplicazioni di sementi da orto, cipolle e coriandolo in particolare, con quest’ultimo che raddoppia la superficie rispetto allo scorso anno e colloca oggi l’Italia nel ruolo di leader mondiale per questa specie.