Il presidente Walter Righini condivide la dichiarazione rilasciata del presidente di Confagricoltura Mario Guidi, di puntare alla filiera biometano per emanciparsi dal gas russo e aggiunge: "In Italia abbiamo biomassa legnosa vergine per riscaldare 801 comuni alpini e appenninici oltre agli 85 già riscaldati dal teleriscaldamento a biomassa". 

Come ha affermato il ministro Clini, nell’ultima indagine conoscitiva  del 26 gennaio alla Commissione Ambiente della Camera, è necessario puntare alla generazione distribuita anche per le energie rinnovabili termiche.

Prosegue Righini: “A titolo di esempio, per riscaldare 300 comuni al disotto dei 5.000 abitanti, il consumo di biomassa si aggirerebbe intorno a 3 milioni di metri cubi stero (700 mila ton/annue) per un giro di affari di 50 milioni di euro circa, senza contare il fatturato per le aziende costruttrici dell’indotto industriale".

Se questi numeri si aggiungono ai 7-8 miliardi di metri cubi di biometano agricoli, con una potenzialità di coprire almeno il 10% dei consumi nazionali, come sottolineato da Confagricoltura, il Bel Paese inizierebbe a produrre biocombustibile nazionale per riscaldare i propri cittadini, con l’effetto immediato di attirare investimenti, creare nuovi posti di lavoro su territorio e alleggerire la bilancia commerciale.

L’Italia della 'provincia' spesso dimenticata, diventerebbe in questo modo autonoma dal gas e gasolio, e garantirebbe ai propri abitanti riscaldamento derivante dalla manutenzione dei boschi, dalle potature agricole e forestali locali, e dagli impianti di biogas agricolo. Certo, sarà necessario nel caso del biometano prevedere un sistema di produzione e distribuzione che promuova la creazione di nuovi punti di stoccaggio, sempre nell’ottica della generazione distribuita.

Conclude Righini: "Siamo al secondo giorno di emergenza per l’approvvigionamento gas; mi auguro che l’urgenza di questi giorni si traduca nella definizione di una politica energetica, che punti a valorizzare le fonti rinnovabili termiche nazionali: biomasse, biometano, geotermia, solare termico…Gli operatori aspettano da tempo l’emanazione dei decreti attuativi sulle nuove misure di incentivazione. Anche questa è un’urgenza se si vuole davvero diminuire la dipendenza italiana nell’approvvigionamento del gas dall’estero".