L'Associazione nazionale industriali conserve alimentari vegetali, Anicav, e le organizzazioni sindacali campane di categoria Fai Cisl, Flai Cgil e Uila Uil lo scorso 28 luglio hanno dato l’avvio simbolicamente alla campagna di trasformazione del pomodoro da industria in Campania, alla presenza delle istituzioni regionali, con una visita a due stabilimenti produttivi: De Clemente Conserve a Fisciano (Salerno) e La Rosina a Sant'Antonio Abate (Napoli), scelti in rappresentanza di tutte le imprese presenti sul territorio campano.
 
"Dopo la positiva esperienza dello scorso anno – ha dichiarato il presidente dell'Anicav Antonio Ferraioli anche quest'anno abbiamo accolto e condiviso la proposta del sindacato di aprire la campagna di trasformazione del pomodoro in due aziende nostre associate. La partecipazione dei vertici istituzionali della Regione Campania rappresenta un importante riconoscimento al valore di uno dei principali comparti trainanti dell'economia nazionale e regionale. Il mio auspicio è che l'attenzione dimostrata oggi possa essere la base da cui partire per attuare un processo di collaborazione che porti al superamento di una atavica cultura anti industriale che ancora caratterizza alcuni apparati istituzionali".
 
La Campania costituisce il maggiore bacino di produzione di pomodoro trasformato, sia per numero di aziende di trasformazione - ben 65 stabilimenti su 110 operanti in Italia sono campani, concentrati prevalentemente nelle province di Napoli e Salerno, dove sono presenti i principali gruppi del comparto agroindustriale non solo a livello nazionale ma anche comunitario - che per fatturato - circa 1,5 miliardi di euro su un fatturato nazionale di 3,1 miliardi.
 
Inoltre la Campania è da sempre leader nei derivati del pomodoro, primo fra tutti il pomodoro pelato, una produzione di pregio delle aziende per la cui valorizzazione e tutela, nelle scorse settimane, è stata presentata al ministero delle Politiche agricole e alle cinque regioni interessate (Abruzzo, Basilicata, Campania, Molise e Puglia) domanda di riconoscimento della Igp Pomdoro pelato Napoli.

"L'iniziativa odierna testimonia il consolidato sistema di relazioni che nel corso degli anni la nostra Associazione è riuscita a costruire con i sindacati e le istituzioni sia a livello nazionale che regionale -  ha aggiunto il direttore generale di Anicav, Giovanni De Angelis -. Il dialogo continuo tra tutti gli attori della filiera sarà fondamentale per giungere alla costituzione di un'Organizzazione interprofessionale del pomodoro da industria nel Bacino del Centro Sud che potrà sicuramente contribuire a dare il necessario impulso al settore".

Importante è l'apporto che il comparto dà all'occupazione regionale. Ogni anno, nel periodo di campagna, che dura in media 60 giorni, nelle sole aziende di trasformazione del pomodoro campane vengono avviati al lavoro circa 12.000 stagionali, a fronte di circa 20.000 impiegati a livello nazionale: la lavorazione del pomodoro pelato, infatti, tipica delle aziende del bacino meridionale, incide molto sul dato occupazionale in quanto necessita di un maggior utilizzo di manodopera altamente specializzata, in particolare nella fase di cernita manuale, rispetto alla produzione degli altri derivati.

Agli stagionali vanno, inoltre, aggiunti i lavoratori fissi e quelli, difficilmente quantificabili, impegnati nell'indotto (officine meccaniche, imballaggi, distribuzione e logistica, case sementiere, vivai) che genera ricchezza e occupazione per il territorio, arrivando a raddoppiare il volume di affari del settore principale.  
 
"Anche quest'anno, con l'apertura della campagna di trasformazione del pomodoro in Campania, ribadiamo con forza la necessità di un lavoro comune volto a contrastare il lavoro nero e il caporalato promuovendo, in particolare, il pieno rispetto della legge 199/2016 - ha dichiarato Raffaele Tangredi, segretario generale della Fai Cisl Campania –. Alle massime istituzioni regionali chiediamo l'esclusione dai Psr delle aziende che operano nell'illegalità e di premiare, con percorsi facilitati, le imprese che, rispettando i contratti e il lavoro, fanno dell'"oro rosso" un prodotto di qualità, motivo di orgoglio per la nostra regione".
 
Giuseppe Carotenuto, segretario generale della Flai Cgil Campania, nell'affermare l'importanza della filiera del pomodoro in Campania che produce sviluppo ha sottolineato che questo "dovrà necessariamente fondarsi sulla tutela dei diritti dei lavoratori, per cui sarà necessario porre in essere concreti strumenti di controllo che assicurino il rispetto delle leggi e dei contratti sia a livello aziendale che di filiera". Carotenuto ha inoltre affermato di "sostenere in pieno" il progetto della Igp del pomodoro pelato "per l'elevato impatto occupazionale che caratterizza questo tipo di produzione".
 
Emilio Saggese, segretario generale della Uila Uil Campania, ha affermato "Le nostre aziende devono porre al centro del loro agire il continuo miglioramento delle condizioni di lavoro: il fattore umano rappresenta, infatti, un elemento fondamentale per la crescita e la nostra, di tutti nessuno escluso, è anche una responsabilità sociale. Dobbiamo proporre ai consumatori i nostri prodotti non solo per il loro straordinario pregio ma anche per un altro importante valore aggiunto che noi definiamo etico".