L'innovazione rappresenta uno degli elementi base della frutticoltura italiana e mondiale. Molte sono le attività pubbliche e private volte all'individuazione di nuove varietà. Nel pero però ha inciso poco, visto che le varietà ad oggi coltivate sono quasi tutte più vecchie dell'Unità d'Italia.
Il lavoro di miglioramento genetico è stato comunque intenso: 370 varietà di pero licenziate dal 1980, ma praticamente nessuna è riuscita a crearsi un suo spazio commerciale di rilievo.

Carmen, la grande novità
"L'Italia è sempre di più vincolata ad Abate Fetel - spiega Walther Faedi del Crea, Unità di ricerca per la frutticoltura Forlì -. Essa infatti rappresenta ad oggi oltre il 50% della produzione pericola nazionale. L'unica vera novità che si sta affermando tra i produttori italiani è Carmen*, visto la sua capacità di anticipare di 15-20 giorni la varietà William e posizionarsi così in un periodo di raccolta molto precoce ed interessante dal punto di vista commerciale. L'aspetto attraente ed il sapore gradevole le danno un ulteriore "plus". Questa varietà è stato apprezzata anche da produttori e Op estere, Spagna in primis. Ad oggi sono state messe a dimora circa 1,5 milioni di piante. Nei prossimi due anni pensiamo d'incrementare considerevolmente questo numero".

Grazie quindi alle diverse attività di breeding sparse nel mondo i pericoltori potranno disporre nei prossimi anni di nuove selezioni e varietà di pere molto interessanti, capaci di migliorare il reddito dei produttori e soddisfare le esigenze dei consumatori.
 
Un momento della tavola rotonda sull'innovazione varietale del pero che si è tenuta ad Interpera 2015
(Fonte immagine: © AgroNotizie)

Su cosa si sta lavorando nel pero?
I breeder italiani stanno ponendo grande attenzione ad alcuni parametri: elevate qualità organolettiche del frutto, ampliamento dell'estensione di raccolta, colore rosso della buccia, colore rosso della polpa, resistenza della pianta all'Erwinia ed alla Psilla, conservabilità del frutto.
Inoltre si sta ricercando la possibilità di creare incroci interspecifici tra pero europeo e pero asiatico, in modo tale da creare nuove tipologie di prodotto che permetterebbero l'apertura di nuovi mercati e di raggiungere nuovi consumatori.
Senza dimenticare l'aspetto della sostenibilità ambientale ed economica. 

"Tra le ultime novità -
 continua Faedi - spiccano Falstaff*, Lucy Sweet PE1UNIBO*Early Giulia PE2UNIBO*, Debby Green PE3UNIBO*, Lucy Red PE4UNIBO*. La prima costituita dal Crea di Forlì mentre le altre quattro dall'Università di Bologna.
Da segnalare anche una nuova selezione, da poco individuata presso il Crea di Forlì: presenta l'aspetto di Carmen* ma la polpa è rossa, tipica della pera cocomerina. Il nostro lavoro ci ha inoltre permesso di ottenere varietà a buccia verde e polpa rossa, su cui però stiamo ancora valutando il reale valore produttivo ed il sapore. Credo che nel giro di pochi anni potremmo ottenere pere a buccia rossa e polpa rossa, che sicuramente riscuoteranno un ottimo interesse"
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Il progetto Liste varietali dei fruttiferi
Nato nel 1994, ha valutato in questi anni oltre 1.500 varietà delle quali la metà valutate negativamente, il 30% consigliate e il 20% ancora in valutazione. Questa iniziativa fornisce così dati oggettivi e documentati che vivaisti e frutticoltori italiani possono utilizzare per programmare la propria produzione, che deve tener conto dei tanti fattori che la possono influenzare: ambiente, mercato, tipologia di azienda, ecc. In questo modo tecnici e ricercatori possono portare un loro aiuto alla frutticoltura del Paese a superare le difficoltà che negli ultimi tempi hanno messo in crisi più di una produzione frutticola.

"E' un progetto unico nel suo genere - conclude Faedi - che per 21 anni ha fornito un importante servizio alla frutticoltura italiana. Oggi rischia la chiusura, ha causa della mancanza di finanziamenti. Speriamo però di poter continuare ancora per molto tempo. Nel pero nell'ultimo ventennio sono state valutate oltre 80 varietà, di cui solo 18 sono state ritenute interessanti e di conseguenza valutate positivamente. Solo 6 sono ancora in fase di sperimentazione, mentre le restanti 54 sono state scartate e giudicate negativamente".

Il riscatto della pericoltura passa quindi anche dall'innovazione varietale che porterà nell'arco dei frutticoltori nuove frecce sicuramente più adatte al mercato globalizzato di oggi e più utile alle tasche di chi produce.