Ottima performance dei frumenti duri Sis nelle prove nazionali 2013. In attesa delle prossime semine autunnali, la varietà Marco Aurelio si conferma ai vertici anche quest’anno, con un indice di resa medio superiore a 100 in 61 campi sui 76 della rete sperimentale. Marco Aurelio continua così ad essere la prima varietà nel fondamentale bacino del Sud Italia, oltre a fornire buonissimi risultati nel Centro e nelle Isole. A questo si aggiunge l’ulteriore dimostrazione dell’eccellenza della varietà nelle caratteristiche qualitative di granella, tenore proteico e qualità del glutine.
Risultati di assoluto rilievo sia in termini produttivi che qualitativi anche per Massimo Meridio, che evidenzia proteine superiori alla media in ogni areale, eccellendo anche nella produzione, in particolare nel Centro, Sud ed isole.
Esemplare esordio poi per la novità Emilio Lepido, varietà dal ciclo molto precoce che, al primo anno di prova, figura già nelle prime posizioni di Sud ed isole. Questa nuova cultivar coniuga gli eccellenti dati produttivi con una grande qualità e con un insuperabile indice di glutine.

Prestazioni di grandissimo rilievo anche per alcune tra le varietà Sisgià consolidate e diffuse. Anco Marzio consegue eccellenti risultati in tutti gli areali dal Nord al Sud dove, dopo quattro anni di prove, risulta una delle migliori varietà e addirittura la migliore in Sicilia. Liberdur si conferma invece, in un quadriennio di prove, come la varietà più produttiva nelle Marche.
Continua infine il successo di Claudio che, riaffermandosi come un frumento idoneo a tutto il territorio nazionale (e non solo, visto il suo successo conseguito in Spagna, Francia e Grecia), dà prova di grande adattabilità ed affidabilità.

Sis è da sempre in prima linea nella battaglia per l’uso di seme certificato - spiega il direttore generale Claudio Mattioli - il solo che garantisca all’agricoltore il ritorno del proprio investimento e la tracciabilità della propria produzione: un passaggio obbligato proprio per poter entrare a far parte di qualsiasi processo di filiera. La battaglia per la buona pasta italiana non può prescindere dall’utilizzo di semente di qualità e certificata”.