Inizialmente, alle fiere di settore, abbiamo guardato ai trattori "provenienti dall'est" con un sorriso per la semplicità degli stand e dei modelli esposti, considerandoli una toppa perfetta per arginare la fuga dei big player dal segmento europeo delle bassissime potenze.
Da un paio di anni, diversi brand così detti orientali, forti di un considerevole mercato interno e di economie di scala che li rendono competitivi sul fronte dei costi di produzione, stanno affilando le armi a suon di tecnologia, ricerca e sviluppo e attenzione all'ambiente, e propongono macchine con forte appeal per il mercato europeo.
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Qualcosa sta cambiando
Ad Agritechnica 2023, Tafe Tractor - Tractors and Farm Equipment Limited - secondo produttore indiano di trattori e proprietario del 16,3% del capitale di Agco con cui collabora dal 1960 - ha presentato, oltre al modello elettrico EV28 dotato di tutti gli standard europei e con buona probabilità sul mercato dal 2026, il modello utility 7515 da 74 cavalli.
Su quest'ultimo è integrato Tafe Terra, un sistema avanzato di agricoltura intelligente modulare (Horizon Terra con soluzioni di Smart Farming, Terra Grid con sistema di connettività e Terra Latitude con guida automatica Auto steering basata su GPS), adattabile alle esigenze specifiche delle diverse aziende agricole e disponibile non solo sul nuovo utility ma su tutti i modelli Tafe.

Nuovo trattore utility Tafe 7515 da 74 cavalli con sistema intelligente Tafe Terra esposto ad Agritechnica 2023
(Fonte foto: AgroNotizie)
Lo scorso marzo a Milano, come unico rappresentante del comparto della meccanica agricola chiamato a parlare di digitalizzazione nel think thank "Futuro? Futuri", organizzato da MM Design e dedicato all’innovazione, all’agritech sostenibile, alla meccatronica e alle soluzioni digitali integrate, c'era - nella persona di Massimo Ribaldone, CTO e president of Business Development - Tafe Tractor con il suo Tafe Terra.
Cosa significa questo? Forse niente ma forse qualcosa sì.
Sotto osservazione
Dopotutto Cina, India e Turchia sono i principali produttori al mondo di trattori e la Corea del Sud è in ascesa costante. Ad oggi però, Europa, Stati Uniti e Giappone occupano ancora i primi posti in classifica per l'export di trattori nel mondo e continuano a tenere in pugno il know how progettuale e tecnologico.
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Negli ultimi 5-8 anni, soprattutto nel segmento delle basse e bassissime potenze, Cina, India, Turchia e Corea si sono fatte spazio nel mercato europeo occupando il posto lasciato vuoto dai brand occidentali più blasonati, con un'offerta di macchine semplici, economiche, robuste e caratterizzate da un eccellente rapporto qualità prezzo.
Le perplessità iniziali degli utilizzatori, che più che altro vertevano sull'affidabilità e sul servizio di assistenza, vanno perdendo consistenza e, in entrambi i casi, la scommessa è stata vincente. Così, brand che fino a pochi anni fa erano poco conosciuti come Tafe, Solis, Kioti, Tym, per citarne alcuni, hanno abituato il mercato occidentale alla loro presenza, incrementando l'offerta con modelli dall'appeal europeo che tende ora a sconfinare dall'iniziale gamma di basse potenze verso il segmento dei trattori utility.
Fuori dalla nicchia
Se l'ingresso nel mercato europei dei brand orientali è stato timido, l'ascesa - forte di un rapporto qualità-prezzo più che buono, della robustezza, della facilità d'uso e delle ridotte richieste di manutenzione - lo è molto meno e si moltiplicano le notizie di accordi e joint venture strategiche - tanto per i mercati casalinghi che europei - tra produttori occidentali e orientali, o con partner e start up tecnologici.
Tafe: tecnologia e sostenibilità ambientale
Per tornare a Tafe, l'azienda oltre al noto rapporto con il gruppo Agco, l'11 luglio 2025 ha firmato un memorandum d'intesa con Icrisat - o International Crops Research Institute for the Semi-Arid Tropics - per creare presso il campus Idi Patancheru ad Hyderabad, in India, il Farm Adaptive Agriculture Research & Extension Centre.
Icrisat è un'organizzazione internazionale di ricerca agricola che lavora in più di 70 paesi con focus su Africa e Asia e che ha mandato di sviluppare soluzioni agricole sostenibili per i tropici semi-aridi, migliorando la sicurezza alimentare, la nutrizione e il reddito delle comunità rurali. Tra gli obiettivi dichiarati, anche lo sviluppo di sistemi di meccanizzazione sostenibili.
L'accordo, che esprime la volontà dell'azienda di puntare sull'innovazione e su una solida linea di prodotti, non ha ricadute dirette nell'immediato sul mercato europeo ma, adattati ai mercato europei, i risultati a cui si arriverà su attrezzature compatte, digitalizzazione a basso costo, sistemi di guida automatica semplificata, a cui si aggiunge l'esperienza di noleggio macchine agricole - tra gli obiettivi del progetto -, sono potenzialmente trasferibili soprattutto nei segmenti specializzati e utility.
Kioti, affidabilità e soluzioni innovative
Kioti (Daedong Corporation), puntando su prodotti in pieno stile europeo, si è fatta spazio sui mercati del vecchio continente affermandosi per la sua affidabilità. Tanto che, da gennaio 2025, offre una garanzia di 7 anni o fino a 5 mila ore operative sull'intero powertrain (motore, trasmissione, assali) per tutti i trattori registrati a partire da quella data, anche in uso professionale.
Al Ces 2025 - il Consumer Electronics Show tenutosi a Las Vegas dal 7 al 10 gennaio 2025 - Kioti Usa, sotto il claim "AI to the Field", ha presentato un pacchetto innovativo di soluzioni per l'integrazione della tecnologia nelle pratiche agricole.
Nel pacchetto, il trattore utility RX7340 con potenza fino a 73 cavalli e parte della Serie RX distribuita in Europa e in Italia, è dotato di simulazione immersiva di precision farming attraverso la quale gli utenti sperimentano l’uso della tecnologia di precisione Daedong lungo l’intero ciclo agricolo.

Nuovo trattore utility Kioti RX7340 da 73 cavalli disponibile anche in Italia
(Fonte foto: Kioti)
Svelato in anteprima anche il robot agricolo multifunzionale capace di gestire l’intero ciclo produttivo, in questo caso di fragole, sulla base di un unico modello di AI, andando a superare i limiti dei robot agricoli tradizionali pensati per l'automazione di singole operazioni.
lo scorso anno Daedong, che tra gli obiettivi del gruppo dichiara la volontà di sviluppare tecnologie AI destinate all’agricoltura di precisione e ai robot, e di voler lanciare entro il 2026 robot agricoli dotati di AI integrata direttamente on-device, ha lanciato in Corea la sua prima gamma completa di macchinari agricoli autonomi, inclusi trattori e mietitrebbie.
In questa chiave va letto l'accordo con KT dello scorso marzo. KT è tra i leader coreani nella trasformazione digitale e nell’adozione di tecnologie AI per diversi settori, compreso l’agritech.
Infine, a dicembre 2024, Daedong ha firmato un contratto OEM da 360 miliardi di KRW (241 milioni di Euro circa) con la filiale Doosan Bobcat North America, con cui collabora da lungo periodo, per la fornitura quadriennale di trattori da 20 a 70 cavalli a partire dal 2025. Il Gruppo coreano, si legge in un comunicato stampa, "prevede lo sviluppo di sinergie come rafforzamento della competitività negli acquisti, l’acquisizione di ulteriori clienti OEM globali e l’espansione degli investimenti".
Kubota, una grandezza costruita piano piano
Merita un discorso a parte che però è emblematico del fenomeno in corso, Kubota Group, ormai entrata a pieno diritto nel gotha dei principali player del settore agromeccanico mondiale.
Culturalmente ma soprattutto geograficamente, Kubota è un brand orientale che, con saggia lentezza e in tempi non sospetti, ha conquistato la fiducia dei consumatori europei ed eroso quote di mercato, raggiungendo la fama mondiale in qualità di produttore tecnologico e affidabile. Per intenderci, oltre ai centri logistici e di ricerca e sviluppo in Francia e nei Paesi Bassi, dove il 9 luglio scorso Kubota ha inaugurato la sua nuova sede europea a Nieuw-Vennep (un edificio a impatto climatico zero), il Brand annovera tra le acquisizioni produttori di primo piano come Kverneland Group e marchi come Pulverizadores Fede e Gianni Ferrari.

Il nuovo HQ, sede europea del Gruppo, a Nieuw-Vennep nei Paesi Bassi
(Fonte foto: Agronotizie)
In qualità di "Big d'oriente" e sfruttando la tecnologia giapponese unita alla capacità produttiva indiana, il Brand, tramite Kubota Agricultural Machinery India, ha lentamente trasformato l'accordo in essere con l'indiana Escort (e il suo brand FarmTrac) per la produzione locale di trattori, nella Escorts Kubota Limited di cui dal 2024 detene la maggioranza relativa. A maggio 2025, ha quindi annunciato la creazione di un nuovo impianto a Greenfield, in Uttar Pradesh - India, che nei prossimi 3-4 anni aggiungerà 100 mila unità di capacità produttiva. Il piano, punta a trasformare la società in un hub globale Kubota, con investimenti in innovazione, elettrificazione, diversificazione prodotti e soluzioni di smart agricolture. La strategia, include l'espansione dell'export, il rafforzamento della rete distributiva e lanci di nuovi prodotti tra i marchi Farmtrac, Powertrac e Kubota.
Appuntamento in Germania
Non ci siamo occupati qui di tutti i brand emergenti ma ne abbiamo considerata solo una parte tralasciando gruppi cinesi come Foton Lovol, Zoomlion o brand indiani come Mahindra e Solis.
Ma, riteniamo, avremo occasione di riaprire la tematica rifacendo il punto tra pochi mesi quando, dal 9 al 15 novembre 2025 ad Hannover, in Germania, si accenderanno le luci di Agritechnica, il più importante palcoscenico della meccanica agricola europea.



































