Un mercato in crisi, quello della pera, che va aiutato così come andrebbe sostenuta tutta la filiera della frutta del nostro Paese.

 

Questo il cuore dell'incontro "Non una pera in meno - Come rilanciare una filiera strategica del made in Italy" organizzato, a Roma lo scorso 28 novembre al Ministero dell'Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste, da Alleanza Cooperative insieme con il contributo di Nomisma.

 

In particolare la pera italiana - viene spiegato - "negli ultimi anni ha subìto un costante calo delle superfici e del numero di imprese. Ora si trova nel pieno di una crisi senza precedenti, causata da una serie di eventi meteo eccezionali e dagli effetti dei cambiamenti climatici".

 

"La pera sta attraversando un momento molto difficile - ha osservato il presidente di Alleanza Cooperative Agroalimentari Carlo Piccinini - le sfortune legate al meteo, al clima avverso, hanno creato una situazione molto difficile per i produttori. Se siamo qui al Ministero è per chiedere un aiuto alla politica: bisogna trovare risorse per permettere agli agricoltori di superare questo momento difficile".

 

Inoltre - ha aggiunto Piccinini - "riuscire a portare determinate innovazioni grazie ai fondi Ocm a disposizione. Questo - ha osservato - per permettere di riportare la produzione delle pere a un livello che sia sostenibile per le aziende agricole". Anche se - ha ammesso Piccinini - "bisogna pensare non soltanto alle aziende ma a tutta la filiera della frutta italiana, che è tra le più importanti del Paese, e per la quale l'Italia è il principale produttore mondiale. Un ruolo che va rivendicato in maniera netta".

 

L'obiettivo è di mettere in evidenza "l'importanza della filiera del pero all'interno del comparto ortofrutticolo nazionale e del made in Italy agroalimentare, facendo presente la situazione di forte criticità per individuare soluzioni ed iniziative" in modo che "le imprese possano recuperare la loro redditività" puntando a "un rilancio della produzione".

 

Secondo il sottosegretario all'Agricoltura, Patrizio La Pietra, si tratta di "un lavoro complesso che dobbiamo mettere in campo. Sicuramente il comparto ha bisogno di sostegno ma soprattutto serve anche rinnovamento. È evidente che le politiche europee, che fino a oggi hanno imposto all'Italia in particolare in questo comparto il non uso di certi prodotti per difendere le proprie produzioni, hanno creato un corto circuito. Ed è così che si è giunti al momento in cui le aziende non sono state più sostenibili da un punto economico". Fino ad arrivare - ha continuato La Pietra - "al paradosso che chiudiamo le nostre aziende per poi importare prodotti che non rispettano regole ambientali". Ed è per questo - ha osservato La Pietra - che "come Governo stiamo portando queste istanze in Europa, e anche da questo punto l'Europa comincia a darci retta".

 

Il punto però - ha avvertito Patrizio La Pietra - è un altro, "cercare di capire che risorse abbiamo a disposizione; sicuramente è necessario aiutare il comparto, cosa che stiamo facendo, ma forse dobbiamo cominciare a cambiare sistema. Quindi non più aiuti a pioggia, ma aiuti mirati perché si possa creare un volano positivo". In questo cambio di 'sistema' - ha spiegato - dovrebbe esser affrontato anche il tema delle assicurazioni, dal momento che il modello andato avanti fino a oggi non è più sostenibile. Bisognerebbe ripensare, insieme con gli agricoltori, quello che effettivamente potrebbe andar bene e quello che andrebbe fatto".

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