Cia Puglia lancia una petizione popolare online per la salvaguardia e la valorizzazione del grano e della pasta made in Italy a tutela dei consumatori e dei produttori italiani. E chiede l'istituzione di Granaio Italia, per dare finalmente trasparenza ai mercati e nel tentativo di frenare i movimenti speculativi che provocano i crolli dei prezzi sulle piazze pugliesi. Di certo, Granaio Italia - sistema di stima delle giacenze - per ora è stato rinviato di due anni con il Decreto Milleproroghe.

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"Il grano italiano ha valori nutritivi, livelli di salubrità e standard di sicurezza alimentare di gran lunga superiori al grano estero importato massicciamente e senza controlli adeguati" si legge nella petizione pubblicata su change.org.

"Con questa petizione, chiediamo al Governo italiano e a tutte le istituzioni di istituire immediatamente Granaio Italia e di attivare, conseguentemente, tutte le azioni previste per il controllo e il monitoraggio delle quantità e della qualità del grano utilizzato per la pasta e il pane consumati dagli italiani" continua la petizione online di Cia Puglia.

 

"Chiediamo a tutti i produttori di grano, e a tutti consumatori di pasta e di prodotti da forno, di firmare questa petizione per salvare il grano italiano e di conseguenza la qualità e la salubrità delle farine da chi maldestramente mette in atto speculazioni a danno dei produttori e dei consumatori". Il riferimento è ai cospicui ribassi delle ultime settimane, che hanno visto il grano duro italiano perdere molto valore in pochissimo tempo.

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"Vogliamo che i consumatori siano sicuri della qualità e della salubrità del grano impiegato per realizzare la pasta e i prodotti con cui si alimentano e nutrono i loro figli. Vogliamo che una 'pasta 100% made in Italy', con grano italiano, sia veramente tale, in totale e completa trasparenza, senza possibilità d'inganno per i consumatori" ribadisce la nota di Cia.

 

"Chiediamo attraverso questa petizione di dar forza all'azione del Governo improntata alla tutela del vero made in Italy e alla salvaguardia della sovranità alimentare".

 

La petizione continua sottolineando sempre la necessità di ridare ai cerealicoltori la possibilità di trarre un guadagno dalla propria attività poiché, coi costi attuali di conduzione delle aziende e di coltivazione del grano duro, il rischio concreto è quello di un abbandono della coltura più importante dell'agricoltura italiana.