Il prossimo lunedì 4 luglio si terrà a Firenze, all'Accademia dei Georgofili, l'incontro sia in presenza che online dal titolo "La gestione della risorsa idrica in agricoltura".

 

L'agricoltura nell'imminente futuro dovrà essere ripensata perché possa assolvere al meglio la sua funzione di nutrire (e bene) l'umanità in modo sostenibile. La protezione dei suoli dal degrado è una priorità impellente.
Per questo è urgente rinnovare i sistemi colturali. Nel lungo termine, anche alla luce dei cambiamenti climatici in atto, le lavorazioni tradizionali e continue del terreno non sono più pratica agricola sostenibile, così come non lo sono l'impiego di grossi volumi d'acqua per l'adacquamento o l'irrigazione a turni fissi né per aspersione.
Ritornano invece di attualità l'avvicendamento delle colture, gli schemi di rotazione, il sovescio di leguminose per contrastare il declino di sostanza organica nel suolo, l'inerbimento nei sistemi arborei.


L'obiettivo della sostenibilità richiede alle aziende agricole sforzi concettuali (per esempio massimizzare l'efficienza d'uso dell'acqua e non, semplicemente, irrigare) e organizzativi (equipaggiarsi ad esempio con macchine per l'agricoltura conservativa per la semina su sodo nei terreni più adatti a questa pratica, così come è necessario). Ma non basta. Oggi all'agricoltura si chiede di armonizzare la sostenibilità ambientale, sociale ed economica; senza questo non si farà agricoltura.

 

L'abbandono delle sistemazioni idraulico agrarie, in concomitanza con il continuo incremento del consumo di suolo, ha portato ad un considerevole aumento dei deflussi nei bacini idrologici. Dato il maggiore rischio di alluvioni, occorre mettere in atto con urgenza programmi di messa in sicurezza del territorio, avvalendosi delle conoscenze e metodologie la ricerca ha messo a disposizione. Le aziende agricole devono, quindi, essere incentivate e sostenute affinché intraprendano nuove progettazioni di sistemazioni idraulico agrarie in chiave moderna e sostenibile.


Alla luce degli andamenti climatici, caratterizzati da piogge intense concentrate in pochi eventi distanziati da lunghi periodi di siccità, emerge la necessità immediata di un Piano quadro nazionale irriguo finalizzato sia a recuperare e accumulare l'acqua piovana attraverso la creazione di serbatoi e vasche di espansione e laminazione delle piene, sia a recuperare la funzionalità dei numerosi piccoli e medi invasi attualmente esistenti (i laghetti collinari realizzati negli anni '60, '70).

 

Per partecipare all'evento è necessario compilare questo modulo entro le ore 15:00 di venerdì 1° luglio 2022.

 

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