Castagne, farina di castagne, ma anche legno e prodotti dell'apicoltura legati al castagno, fanno parte di questa complessa filiera che in Toscana conta 177mila ettari a castagni, di cui circa 16mila ettari coltivati a castagneti da frutto, cinque Dop, 11 associazioni e sei tra consorzi e cooperative di castanicoltori.
Tuttavia in questi anni, tra abbandono delle selve, avversità climatiche, patogeni più o meno nuovi come il cinipide e il marciume gessoso delle castagne, la situazione per questo comparto è tutt'altro che facile.
É anche per far fronte a queste difficoltà e cercare di promuovere la castagna e la castanicoltura toscana, che regione e comuni hanno firmato questo protocollo.
L'obiettivo principale è quello di promuovere una strategia di valorizzazione della castanicoltura insieme ad azioni di prevenzione e di tutela dello stato di salute dei castagneti toscani, attivando una rete di monitoraggio e mappatura delle condizioni delle diverse aree di produzione.
Oltre a questo si cercherà di favorire il miglioramento dello stato di conservazione dei castagneti, puntando sulle varietà locali e sulla corretta gestione agronomica e forestale delle selve.
Per l'assessore regionale all'Agricoltura Stefania Saccardi questo protocollo, frutto del lavoro del tavolo sulla castanicoltura dell'Anci, sarà uno strumento fondamentale soprattutto nella fase di ripartenza post pandemica.
Tommaso Triberti, sindaco di Marradi (Fi) e consigliere del governatore Giani per i rapporti con i comuni, ha definito l'accordo un passaggio importante per uno dei settori di eccellenza della regione che merita un ruolo sempre più centrale nelle scelte strategiche della Toscana.
"La salvaguardia e la conservazione dei nostri castagneti e la volontà di sostenere e tutelare la castanicoltura sono obiettivi centrali che devono vederci lavorare insieme - ha concluso Triberti - Il futuro della montagna passa anche da queste scelte".
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Fonte: Regione Toscana