L'organizzazione agricola, anche nelle sue articolazioni territoriali, ha posto un'enfasi particolare sulla ricorrenza nel Mezzogiorno del paese, dove l'olivicoltura è molto praticata, ma al contempo sta soffrendo molti mali, a cominciare dalla Xylella fastidiosa, che affligge la Puglia e minaccia altri preziosi areali produttivi meridionali. Un'occasione per riflettere su cosa poter fare per non depauperare questo vero e proprio tesoro.
Si tratta di un patrimonio minacciato dai cambiamenti climatici, delle oscillazioni produttive e dell'emergenza Xylella: "Con l'Italia che quest'anno perderà quasi una bottiglia di olio extravergine made in Italy su tre con il crollo del 30% della nuova produzione nazionale che dovrebbe attestarsi attorno a 255mila tonnellate" si sottolinea da Coldiretti, sulla base delle previsioni Ismea e Unaprol.
L'andamento della raccolta è importante dal punto economico ed occupazionale per una filiera che conta oltre 400mila aziende agricole specializzate in Italia ma anche il maggior numero di oli extravergine a denominazione in Europa (43 Dop e 4 Igp), il più vasto tesoro di biodiversità del mondo ora minacciato dall'emergenza Xylella che dal Salento sta risalendo pericolosamente a Nord nella piana degli ulivi monumentali. L'Italia - spiega la Coldiretti - può contare su 533 varietà di olive contro le appena 70 degli spagnoli che hanno una produzione di massa quasi sei volte superiore.
A pesare quest'anno è anche la chiusura dei ristoranti che, in Italia e nel mondo, rappresentano un importante mercato di sbocco soprattutto per le produzioni di qualità anche se con la svolta salutista degli italiani a tavola spinta dall'emergenza Covid-19 sono cresciuti in Italia del 9,5% i consumi familiari di extravergine di oliva, anche per effetto del maggior tempo trascorso in casa a cucinare, stando alle elaborazioni Coldiretti su dati Ismea del primo semestre. A livello nazionale nove famiglie su dieci consumano olio extravergine d'oliva tutti i giorni - sottolinea Coldiretti - con una crescente attenzione verso il prodotto di qualità che ha favorito la nascita di corsi e iniziative.
Già questi numeri - afferma Coldiretti - sottolineano il ruolo economico, ambientale, culturale e salutistico della produzione dell'olio di oliva, colonna della dieta mediterranea.
Puglia, qui il 32% della superficie nazionale a olivo
"La coltura dell'olivo in Puglia è diffusa in maniera omogenea su tutto il territorio regionale. La Puglia, per estensione della superficie agricola, numero di aziende interessate, molte delle quali specializzate e volume della produzione, rappresenta la più importante regione olivicola italiana e del mondo. A livello mondiale il 12% della produzione di olio d'oliva è rappresentata da prodotto pugliese. L'oliveto pugliese, a ragione considerato il più suggestivo al mondo contribuisce a valorizzare molte aree regionali a scarsa fertilità naturale, a mantenere le caratteristiche paesaggistiche ed ambientali del territorio", afferma Savino Muraglia, presidente di Coldiretti Puglia.In termini di superficie la coltura occupa - aggiunge Coldiretti Puglia - oltre 369 mila ettari che rappresentano il 40% di quella del Mezzogiorno, quasi il 32% della superficie olivetata nazionale e l'8% di quella comunitaria. La coltivazione dell'olivo è la più estesa del territorio regionale (64% della Sau regionale) ed interessa ben 148.127 aziende agricole (43% del totale). La Puglia quest'anno perderà una bottiglia di olio extravergine su due con il crollo del 48% della nuova produzione regionale che dovrebbe attestarsi attorno a 101mila tonnellate, afferma Coldiretti Puglia.
Anche se "Il settore oleario è forse quello che ha resistito meglio all'emergenza sanitaria, con un calo solo del 2% delle esportazioni di olio extravergine pugliese all'estero nei primi sei mesi del 2020, quando la domanda estera di olio imbottigliato è arrivata soprattutto dagli Usa (+28) e dalla Francia (+42%)", aggiunge il presidente Muraglia.