La promozione indirizzata ai consumatori tramite medici e dietisti sdoganò la frutta secca che da allora è percepita come elemento per una corretta e benefica nutrizione e non come diabolico portatore di grassi nocivi. La campagna ha permesso di moltiplicare le vendite, con grande vantaggio anche del settore produttivo italiano - in netta crescita da diversi anni.
Da notare però come l’Italia sia - paradossalmente diciamo noi - ancora un forte importatore di frutta secca (noci, nocciole, pistacchi …) e vi sia una enorme "finestra di mercato" da riempire con prodotto nazionale.
Ora ci dicono che Alessandro - pioniere anche nella coltivazione di noci italiane (suo il progetto della Noce di Romagna) - negli ultimi tempi si sia occupato nel supportare il progetto dell'Organizzazione interporfessionale della frutta in guscio, in cui siedono i rappresentanti di tutte le categorie coinvolte nella filiera della frutta secca italiana, dalla produzione (Confagricoltura, Cia, Coldiretti) alla distribuzione e commercio, agli enti istituzionali.
La campagna, ai blocchi di partenza in tutta la Gdo italiana, si occuperà di promuovere la frutta secca – ma solo quella italiana. Non abbiamo dubbi che anche questa volta sarà un trionfo: a lavorar assieme ci si azzecca sempre.