La relazione di Copagri al Senato
“I produttori di agrumi del nostro paese si trovano ormai a doversi confrontare con una situazione paradossale, nella quale sono costretti a produrre con costi nettamente più alti dei loro principali competitor europei, a fronte di remunerazioni inferiori; basti pensare, a titolo esemplificativo, che ad oggi le clementine italiane vengono pagate dal consumatore meno di quelle spagnole”. Lo ha sottolineato la Copagri intervenendo in audizione informale davanti alla Commissione Agricoltura del Senato della Repubblica sulle problematiche del settore agrumicolo in Italia.“I produttori scontano una forte e aggressiva concorrenza da parte di altri paesi europei, primi fra tutti la Spagna, ma anche extra-Ue, quali ad esempio l’Egitto e la Turchia, che hanno fortemente investito nel comparto agrumicolo; i produttori di tutti questi paesi, inoltre, beneficiano di diverse concessioni fitosanitarie, che penalizzano ulteriormente il nostro settore primario" ha aggiunto la Confederazione, ricordando che l’Italia è il secondo produttore agrumicolo europeo, dietro la Spagna, con oltre 2,8 milioni di tonnellate e circa 155.000 ettari dedicati, per un valore della produzione da 941 milioni di euro nel 2018-2019, in calo del 6% sul 2017-2018.
“Il comparto paga poi lo scotto dell’andamento climatico avverso e di numerose problematiche di carattere fitosanitario, che si verificano con sempre maggiore frequenza e si propagano con rapidità" ha evidenziato la Copagri.
Secondo Copagri a breve termine è pertanto necessario “Sfruttare i fondi a disposizione del comparto per rafforzare i contratti di filiera, ristrutturare il settore e puntare su azioni di promozione e informazione dei consumatori, senza tralasciare la ricerca e la riconversione varietale; parimenti necessario è, inoltre, la realizzazione del catasto agrumicolo nazionale, così da favorire la programmazione e lo sviluppo, e attenzionare gli scambi commerciali con i paesi esteri, assicurando condizioni di reciprocità delle regole produttive e rafforzando i controlli fitosanitari sulle importazioni".
"Nel medio e nel lungo periodo bisogna lavorare per strutturare un piano agrumicolo di settore pluriennale - ha concluso Copagri - che possa costituire un punto di riferimento per l’organizzazione del comparto, sia in termini di produzione che di commercializzazione e internazionalizzazione.”
Il caso clementine di Calabria sollevato da Coldiretti
“La campagna delle Clementine è ai nastri di partenza e già – rileva Coldiretti Calabria- ci sono tentativi di deprimere il mercato". Un avvio negativo per le clementine Calabria Igp che non lascia intravedere nulla di buono. Eppure, quest’anno a causa delle condizioni climatiche, c’è una evidente diminuzione della produzione con una media dalle prime stime che si aggira intorno al -30%.“Da un primo monitoraggio che abbiamo svolto – spiega Francesco Cosentini, direttore di Coldiretti Calabria - i prezzi al consumo sono bassi e arrivano anche a 0,79 centesimi al chilo sui banchi della Gdo e questo accade in tutta Italia con campagne sottocosto."
Sul banco degli imputati ancora una volta l’utilizzo – secondo Coldiretti Calabria – di aste telematiche multiple a doppio ribasso: “Si realizza una procedura condotta online, nel corso della quale i fornitori sono chiamati a presentare la loro offerta al prezzo più basso e, nel corso di una seconda asta online, a presentare un ulteriore ribasso sulla base del prezzo risultato inferiore nella fase precedente. Quando la trattativa – prosegue Cosentini – riguarda il cibo, il prezzo non sale mai, invece come sta accadendo si abbassa vertiginosamente e più va giù più guadagnano quelli che battono l’asta e non il produttore".
Il direttore di Coldiretti Calabria, nell'esprimere preoccupazione per tale situazione, nella quale i produttori "Non coprono nemmeno i costi di produzione" sottolinea come questa potrebbe essere l'ultima campagna produttiva per molti coltivatori di clementine, perché "I produttori di clementine calabresi non potranno più sostenere una ulteriore campagna negativa. Se così sarà, assisteremo alla definitiva distruzione del patrimonio agrumicolo regionale”.
“Per questi motivi vanno immediatamente fatti passi decisivi con l’intera filiera produttiva ed in particolare con la distribuzione, alimentando anche e immediatamente una campagna promozionale in modo da esaltare e non offuscare l’identità dei nostri territori e prodotti" si sottolinea da parte di Coldiretti Calabria. "Continueremo questa nostra battaglia coinvolgendo i cittadini-consumatori – conclude Cosentini – con un monitoraggio costante dell'andamento della campagna per smascherare chi irresponsabilmente prende per il collo i soli produttori agricoli: gli unici che per davvero hanno il rischio d'impresa".