Aggiornamento al 29 marzo, ore 14:00: Si è appreso poco fa che il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha firmato il decreto legge sulle emergenze agricole, contenente anche disposizioni urgenti per l'emergenza nello stabilimento Stoppani di Cogoleto. Secondo quanto apprende AgroNotizie la pubblicazione in Gazzetta ufficiale è prevista in serata di oggi, 29 marzo 2019
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Il decreto legge per le emergenze agricole non è ancora stato firmato dal presidente della Repubblica e verosimilmente giace tra Palazzo Chigi e il ministero dello Sviluppo economico. Secondo quanto apprende AgroNotizie, il provvedimento ha necessità di tornare in Consiglio dei ministri, poiché presenterebbe alcuni errori formali e problemi di copertura finanziaria: soprattutto per quanto riguarda la questione del latte ovino.
Intanto, dopo 22 giorni dall’approvazione del decreto emergenze si susseguono le reazioni a quello che è ormai percepito come un passo falso del governo: si ferma la crescita del prezzo del Pecorino romano alla Borsa Merci di Milano, i presidenti delle regioni italiane stigmatizzano la situazione, definita “molto grave” e che nelle parole del presidente di Regione Puglia, Michele Emiliano diventa “inaudita”. I Gilet arancioni, sostenitori del decreto, chiedono un intervento del presidente del consiglio, Giuseppe Conte, e avvertono: "la pazienza può diventare rabbia". E il senatore Dario Stefàno, ex assessore all’agricoltura di Regione Puglia definisce senza troppe smancerie “inaffidabile” il governo. E lunedì forse un chiarimento potrebbe finalmente arrivare proprio dal vicepremier e ministro per lo Sviluppo economico, Luigi Di Maio, che ha convocato le parti per un incontro sulle risorse da aggiungere al provvedimento.
Il pasticcio del Fondo per il federalismo amministrativo
Intanto, sotto la lente degli uffici legislativi della presidenza del Consiglio e del Mise - secondo le fonti romane di AgroNotizie - sarebbe finito in particolare il comma 2 dell'articolo 8 del decreto che prevede uno stanziamento di 14 milioni di euro per incrementare il Fondo indigenti, necessario a far partire le aste e ridurre le giacenze di Pecorino romano presso caseifici e stoccatori, così da favorire la crescita del prezzo del formaggio che è alla base del prezzo del latte ovino sardo, il secondo correlato positivamente al primo da una precisa griglia di corrispondenza, frutto dell’accordo faticosamente raggiunto tra le parti l’8 marzo 2019, il giorno successivo all'approvazione in Consiglio dei ministri del decreto.I 14 milioni sono stati addebitati dal decreto emergenze al Fondo per il federalismo amministrativo presso il ministero dell’Interno, che però serve ad altro: compensa regioni ed enti locali con trasferimenti aggiuntivi di denaro per le nuove funzioni assunte con la riforma del titolo V della Costituzione. In pratica, su questi soldi ci sono due vincoli: sono stanziati per una legge speciale sul bilancio dello Stato, e al tempo stesso, sono già computati nei bilanci di previsione di comuni, province e regioni. E di conseguenza questi denari non si possono distrarre per altri fini.
Di Maio convoca le organizzazioni agricole
Intanto, il vicepremier e ministro dello Sviluppo economico e del lavoro Luigi Di Maio ha convocato le parti lunedì 1° aprile a Roma. Oggetto originario dell'incontro al Mise: gli ammortizzatori sociali per gli operai agricoli e per i dipendenti delle aziende frantoiane del Salento, che ormai versano in condizioni ormai insostenibili. Ma vista la situazione determinatasi in queste ore, l'ordine del giorno potrebbe essere ampliato, comprendendo anche la ormai irrinviabile questione delle risorse da appostare sul decreto per il latte ovino sardo la Xylella fastidiosa.Si ferma il prezzo del Pecorino romano
Il primo a registrare la stasi sul decreto emergenze è il mercato, in particolare quello del Pecorino romano: il prezzo del formaggio a 5 mesi di stagionatura alla Borsa Merci di Milano, che determina i prezzi minimi del latte ovino sardo, era salito costantemente dal 4 marzo, quando ormai decreto emergenze e accordo sul prezzo del latte erano nell’aria, fino al 18 marzo, passando dai 5,65 euro al chilogrammo di prezzo massimo del 25 febbraio ai 6,10 euro del 18 marzo, scontando in parte l’effetto annuncio delle aste.Ma nella seduta del 25 marzo il prezzo si attestato sugli stessi valori della settimana precedente: in attesa del decreto che ancora non c’è.
I presidenti della Regioni: "Situazione grave"
Intanto, ieri, a Roma, l'assessore regionale all'Agricoltura della Regione Puglia, Leonardo di Gioia, ha partecipato alla Conferenza dei presidenti delle Regioni italiane, nel corso della quale è stato stigmatizzato il fatto che un provvedimento legato all’emergenza da diversi giorni annunciato non sia ancora visibile in una forma giuridicamente compiuta e non sia di fatto applicabile.“Aver chiesto un decreto legge era il tentativo di avere una soluzione per temi che sono in questo momento scottanti e difficili da affrontare. Non poter utilizzare di fatto le norme contenute in questo decreto legge, non poter dare risposte a questa esigenza straordinaria, si pensi alla Puglia o alla Sardegna, è una cosa molto grave". Questo il pensiero dei presidenti delle Regioni italiane, che hanno dato mandato all’assessore di Gioia di rappresentare questa posizione congiunta delle regioni.
La posizione e le ragioni della Regione Puglia
Anche il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, ritiene “inaudito che a distanza di oltre venti giorni dall’approvazione del decreto sulle emergenze agricole, quest’ultimo non sia stato ancora pubblicato”.Una ferita che brucia: il presidente pugliese, senza il decreto pubblicato, non può deliberare in giunta la richiesta di declaratoria di stato di calamità per le gelate, per le quali si è detto pronto a mettere soldi della Regione Puglia, 30 milioni dall’avanzo di bilancio, previa autorizzazione del Governo sul Patto di stabilità interno tra Stato, regioni ed enti locali.
In particolare per quanto riguarda la Regione Puglia, l'assessore di Gioia ha annunciato che non parteciperà al conferimento delle intese e degli accordi in materia agricola, “Finché questa cosa non sarà sanata, perché i produttori stanno vivendo una situazione di grandissima sofferenza. Non è concepibile che si possa immaginare questo solo come un problema amministrativo”.
“La Regione Puglia – è scritto in una nota della presidenza della Regione Puglia - va avanti determinata a scrivere proposte di modifiche solo immaginando quello che potrà essere il testo originario del decreto. Un testo infatti su cui formalizzare una posizione delle regioni non è stato mai trasmesso”.
“C’è una indicazione di massima che, qualora fosse pubblicato oggi (28 marzo 2019, NdR) in Gazzetta o nel primo provvedimento utile, lunedì alle ore 14 la Regione Puglia, in quanto regione coordinatrice delle regioni agricole, verrebbe audita come prima interlocuzione con la Commissione agricoltura della Camera dei deputati" si sottolinea nella nota. Al momento AgroNotizie registra che il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, preso per altro da una fitta agenda di appuntamenti, non firma atti dal 25 marzo scorso e che non è stato pubblicato alcun decreto-legge anche nella Gazzetta ufficiale del 28 marzo (nota della redazione al 29 marzo: l'ultimo risultato nella pagina degli atti firmati è "Legge 28/03/2019, (In attesa di pubblicazione) Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 28 gennaio 2019, n. 4, recante disposizioni urgenti in materia di reddito di cittadinanza e di pensioni").
Per quanto riguarda le modifiche al decreto, l’assessore di Gioia ha detto che le regioni stanno interloquendo. “C’è l’esigenza, per esempio in Puglia, di rendere ancora più semplice il taglio degli alberi affetti da Xylella – dice di Gioia - Non si riescono infatti a tagliare molti alberi perché c’è l’incombenza di una serie di atti amministrativi che stridono rispetto al fatto che gli alberi vanno tagliati urgentemente ed è Bruxelles che lo dice. Questa è l’unica misura di contenimento reale per evitare contagi ad altri territori che sarebbero gravemente penalizzati e che potrebbe non riguardare solamente gli ulivi”.
Gilet arancioni: "Basta trabocchetti"
“Il decreto legge sulle emergenze agricole, approvato venti giorni fa e tornato nei giorni scorsi in Consiglio dei ministri per il presunto inserimento di articoli che non riguardano l’agricoltura, sembra sparito nei meandri dei mille labirinti della burocrazia italiana" afferma il portavoce dei Gilet arancioni, Onofrio Spagnoletti Zeuli, che si rivolge direttamente al presidente del Consiglio: “Chiediamo al presidente Giuseppe Conte, alla luce del fatto che anche il ministro Gian Marco Centinaio ha dichiarato di non saperne molto di più, di intervenire immediatamente e di dare quindi esecutività alle prime azioni previste dal decreto legge che rappresenta una base di partenza su cui lavorare per poter dare risposte agli olivicoltori, ai frantoiani, agli operai agricoli messi in ginocchio da Xylella e gelate”.E alludendo a possibili manine ed interessi particolari che bloccherebbero il decreto, Spagnoletti Zeuli conclude dicendo: "Niente scherzi, basta giochetti e trabocchetti, non trasformate fiducia e pazienza di gente perbene in rabbia”.
Stefàno: "Governo di chiacchieroni"
"Di questo governo non ci si può proprio fidare e ogni giorno ne dà dimostrazione. Ho voluto subito farlo presente anche a tutto il mondo agricolo". Così su Facebook Dario Stefàno, vicepresidente Dem al Senato sul ritardo nella pubblicazione del decreto legge emergenze agricole. "Oggi, anche i più disponibili a dare fiducia in bianco si accorgono che il ministro Centinaio, per esempio, dopo aver arringato la piazza sbandierando un’immediata soluzione ad ogni criticità sollevata dai Gilet arancioni ha realizzato un decreto scatola vuota al quale, peraltro, deve ancora dare il formale via libera: sono passati 21 giorni e il testo - conclude il senatore - non è stato ancora pubblicato in Gazzetta. Un governo di chiacchieroni".Coldiretti Puglia: "L'11 giugno arriva l'ispezione della Commissione Ue"
Intanto, la Commissione europea comincerà una ispezione in Puglia il prossimo 11 giugno per valutare l'attuazione delle misure di eradicazione della Xylella fastidiosa, ricorda Coldiretti Puglia."La provincia di Taranto vive il paradosso di essere sostanzialmente divisa in due - ha detto ieri Alfonso Cavallo, presidente di Coldiretti Taranto - con una parte già dichiarata infetta in cui gli espianti sono volontari e l'altra in cui si deve fermare il contagio. Serve in entrambi i casi la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale del decreto per le emergenze, di cui si sono perse le tracce, una scatola vuota da riempire per l’area infetta da Xylella con i lavori parlamentari e con il Piano Centinaio, di cui non si sa più nulla da quando è stato approvato il 13 febbraio scorso".