Facciamo il periodico punto sui mercati granari grazie al recente incontro, organizzato dall'amico Andrea Villani dell'Agenzia granaria emiliano romagnola, che ha riunito buona parte degli operatori di mercato italiani.

Fra i relatori, oltre al sottoscritto, anche Silvio Pellati, solido uomo di numeri (quindi di prosa e non di poesia) che ci ha reso il panorama del mercato dei grani in Italia. Un paese dove si produce sempre meno e si importa di più, e siamo al punto che l'importazione ha surclassato la produzione.

Diamo prosaicamente i numeri anche noi: dal 2015 al 2018 la produzione granaria italiana è passata da 16,816 a 15,847 milioni di tonnellate, 'perdendo per strada' un milione di tonnellate.
L'importazione totale ha invece toccato 18,38 milioni di tonnellate nel 2017 e per il 2018 è previsto un ulteriore balzo in avanti (18,774 milioni). Potrebbe essere impressionante per il grande pubblico sapere che in Italia la produzione di frumento tenero è al di sotto dei 3 milioni di tonnellate mentre nel 2018 ne importeremo 5,6 milioni (contro 4,6 del 2015).

Il dato che impressiona anche gli addetti ai lavori è però quello del mais. Qualcuno ricorderà che fino a pochi anni fa l'Italia era praticamente autosufficiente per questa produzione.
Oggi siamo in caduta libera. La produzione 2018 è pari a 6,16 milioni di tonnellate, un milione di tonnellate in meno rispetto al 2015. L'importazione è invece schizzata a 5,4 milioni di tonnellate (3,7 mln nel 2015).

Questa è la prosa; si concorderà che la poesia è meglio lasciarla a tempi migliori.