La Calabria colpita dall’inferno di acqua nella nottata tra il 4 e 5 ottobre 2018 - quando sono caduti in meno di sei ore oltre 300 millimetri di pioggia - ha riportato ingenti danni all'agricoltura. Duramente colpita la zona intorno a Lametia Terme, dove ad essere pesantemente colpiti sono gli agrumeti. Danni anche alle piantagioni di finocchi di Isola Capo Rizzuto e agli oliveti. E ieri, la giunta regionale della Calabria su proposta del presidente Mario Oliverio, ha deliberato la richiesta al Governo dello stato di calamità naturale in seguito agli eventi alluvionali che hanno devastato il territorio calabrese.
 

I danni all'agricoltura calabrese

“Fin dalle prime ore e dal monitoraggio abbiamo riferito di notevoli danni all'agricoltura. Ora - ha dichiarato ieri, 8 ottobre 2018, il presidente di Coldiretti Calabria Pietro Molinaro - questo trova purtroppo e drammaticamente ulteriore dimostrazione, la prima stima ammonta a circa 100 milioni di euro”.

“Ingentissimi sono i danni alle colture, alle strutture aziendali ed infrastrutture rurali che necessariamente devono essere ripristinate per ripartire con i cicli produttivi ed evitare peraltro il licenziamento dei lavoratori" ha aggiunto Molinaro.

In particolare nel lametino i maggiori danni si sono verificati in prossimità dei quattro fiumi - Sant'Ippolito, Amato, Turrina, Cantagalli - che sono esondati. “Le aree agricole - lametino, crotonese, pre-aspromonte tirrenico, pre sila catanzarese maggiormente colpite, da quest'ultimo nubifragio, sono tra le più produttive e significative della Calabria - sottolinea Coldiretti - e il ristoro dei danni non può essere legato solo ai trasferimenti nazionali che hanno tempi biblici e sono irrisori”.
 

Le richieste di Coldiretti

Coldiretti chiede al presidente della Regione Calabria, Oliverio, di garantire l'immediato pagamento dell'anticipo Pac e Psr che può arrivare fino all'85% dell'importo spettante nel 2018 per fare avere una prima liquidità agli agricoltori. Ed ancora, chiede di attivare immediatamente un bando sulla misura 5 del Programma di sviluppo rurale 2014-2020 per consentire immediatamente la raccolta delle domande di chi ha subito danni strutturali ed eseguire l'istruttoria.
 

La posizione del Conaf

“Nella notte tra il 4 e il 5 ottobre in gran parte della Calabria, in meno di sei ore, sono caduti circa 300 millimetri di pioggia; sicuramente un evento eccezionale che ha causato morte e distruzione. Il disastro che ha colpito la Calabria ha creato disagi e ingenti danni, evidenziando forti carenze strutturali che, se affrontate in maniera più adeguata e consapevole, potevano probabilmente evitare tali catastrofiche conseguenze" è scritto in una nota del Consiglio nazionale dell’Ordine dei dottori agronomi e forestali.

Il bilancio secondo l’Ordine è grave e preoccupante e, in questa situazione, anche l'agricoltura paga un dazio elevato. Ingenti i danni alle produzioni agricole della fascia ionica crotonese, nel lametino e nel vibonese, in buona parte irreparabilmente compromesse. In particolare, i danni riguardano gli uliveti, già provati da una stagione produttiva difficile, gli agrumeti e le serre. Nella zona vitivinicola del comprensorio di Cirò è stata compromessa la raccolta dell'uva, così come compromessa è la produzione di finocchi nel comprensorio di Isola di Capo Rizzuto.
 
"Quanto successo in Calabria purtroppo è l'ultimo di tanti eventi che stanno interessando da anni la nostra nazione: ora è il momento di piangere le vittime. Poi occorre impegnarsi affinché queste tragedie non si ripetano, attraverso politiche e governance che parlino di prevenzione e non più di somma urgenza" sottolinea il presidente del Conaf, Sabrina Diamanti.