"Uno shock che ha richiesto circa due anni per essere parzialmente assorbito", così descrive il 2014, anno in cui la Russia ha imposto l'embargo su determinati prodotti all'Ue, agli Stati Uniti, al Canada, all'Australia e alla Norvegia, Nicola Zanotelli, direttore della Società agricola cooperativa From.

Nata nel 2009, From si è costituita proprio con lo scopo di andare alla conquista del territorio russo con le mele prodotte in Trentino Alto Adige. Sono soci di From La Trentina, Melinda, Vip Val Venosta, Vog (Marlene) e Vog Products. I soci rappresentano assieme circa il 70-75% della produzione di mele in Italia.

"Nel 2009 si è deciso di costituire From perché la Russia importava, in quel periodo, oltre 1 milione di tonnellate all'anno di mele, era un mercato vicino e molto legato a noi, un mercato interessante. Ed era stata un'intuizione corretta, quello che abbiamo visto dal 2009 al 2014 è stato un mercato che si è adattato al nostro spirito. Abbiamo realizzato il potenziale qualitativo, nel corso degli anni abbiamo dato continuità e il consumatore russo aveva deciso che la nostra era la mela principale per il prodotto premium", ha raccontato proprio Nicola Zanotelli ad AgroNotizie.

Al momento dell'introduzione dell'embargo da parte della Russia, quel mercato rappresentava per From il 99% dello sforzo di vendita. "Il mercato russo era molto interessante per lo spettro varietale che i russi acquistavano: Golden e Granny soprattutto, con un sempre crescente interesse per le altre varietà. Questa caratteristica ci permetteva di accompagnare la naturale evoluzione della produzione delle nostre zone. Ci permetteva contemporaneamente anche di valorizzare le nostre varietà tradizionali e di svilupparne di nuove", ha commentato ancora Zanotelli.

Con il 2014 il mercato russo è stato chiuso e le esportazioni verso quel paese per From, come per tutti i produttori nei paesi interessati dall'embargo, sono cessate. "Abbiamo assistito ad un riordino dei flussi di prodotto a livello mondiale" ha continuato Zanotelli. "Per due anni abbiamo fatto tentativi vari. Per fortuna la nostra mela è flessibile, ci si può spostare anche molto lontano. Avevamo già iniziato a lavorare a nuovi contatti sul mercato indiano e negli anni successivi (fra il 2016 e il 2017) siamo riusciti a sviluppare quel mercato. Ad oggi il mercato indiano è quello che più assomiglia, in termini volumetrici, alle prospettive russe. Bisogna però specificare che l'India non assomiglia alla Russia, gli indiani non amano le stesse varietà che amano i russi. I russi erano grandi consumatori di Golden, mentre questa varietà in area asiatica non è apprezzata, ha problemi di ammaccature dovute a una manipolazione non corretta. Il mercato della Golden si è ristretto e ciò vale anche per la Granny".

Secondo i dati forniti da From, nella stagione 2015-2016 sono state esportate circa 6mila tonnellate di prodotto verso l'India, la stagione successiva i quantitativi hanno toccato le 12.500 tonnellate, raggiungendo così uno share di mercato di circa il 7% e diventando il primo singolo esportatore di mele verso quel paese.

Problema risolto quindi? Non è esattamente così: "La Russia rappresentava, nel 2014, fra il 3 e il 5% del comparto melicolo trentino, ma questa percentuale non deve trarre in inganno. Viste le varietà e i calibri amati dai russi, c'è stato uno shock molto forte. Tutti i volumi si sono riversati su mercati che non avevano la possibilità di assorbirli. Contemporaneamente ci sono state poi le primavere arabe e in Europa ci si è trovati con una sovrapproduzione di mele. Per esempio, la Polonia aveva investito molto per soddisfare i gusti dei russi e i volumi polacchi sono molto importanti".

A quasi quattro anni dall'embargo, la situazione in Russia è molto cambiata e se anche dovessero essere ripristinati ora i normali rapporti commerciali, probabilmente non si tornerebbe alla situazione pre-embargo: "La Russia al tempo non vedeva la convenienza a investire in autoproduzione, oggi si è notato che, al di là del confine e in tutte le zone ex URSS che hanno un clima favorevole, è stato piantato molto, con la coscienza della qualità e con il know how di partner italiani ed europei", ha concluso Nicola Zanotelli, direttore di From.
 

 
A quattro anni dall'embargo russo, introdotto in risposta alle sanzioni dell'Unione europea per la crisi in Crimea, AgroNotizie ha realizzato una fotografia del settore ortofrutticolo italiano intervistando i protagonisti: vivaisti, consorzi e aziende che offrono consulenza e formazione.
Se da un lato c'è un danno ancora difficile da quantificare per il made in Italy, dall'altro emergono numerose occasioni per il know how nazionale.

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