Per dimezzare lo spreco alimentare nell'Ue, i deputati propongono alcune misure quali: rimuovere le restrizioni esistenti sulle donazioni di cibo e porre fine alla confusione creata dalle etichette alimentari "da consumarsi preferibilmente entro" e "da consumarsi entro".

"Nei paesi sviluppati il cibo viene sprecato soprattutto alla fine della catena alimentare, alla distribuzione e al consumo. Ognuno ha la responsabilità di dover affrontare questo problema", ha affermato la relatrice Biljana Borzan (S&D, HR).
 
"La mia relazione richiede una risposta coordinata delle politiche in materia di etichettatura, responsabilità e istruzione, poiché la maggior parte dei consumatori non capisce il significato preciso dell'etichettatura da consumarsi preferibilmente entro e da consumarsi entro. Inoltre, dovremmo affrontare le carenze della legislazione comunitaria esistente nei casi in cui si ostacolano le donazioni alimentari", ha aggiunto.
 
I deputati invitano gli stati membri a prepararsi a ridurre i rifiuti alimentari del 30% entro il 2025 e del 50% entro il 2030, rispetto ai livelli del 2014; un obiettivo che il Parlamento ha introdotto nella legislazione sullo spreco alimentare votata a marzo.
 
Le autorità nazionali dovrebbero informare i consumatori sul significato esatto delle date poste sulle etichette, includendo informazioni sulla possibile fruizione dei prodotti alimentari anche dopo la scadenza della data riportata dopo la dicitura "da consumarsi entro". La Commissione dovrebbe anche valutare la rimozione delle date di scadenza per i prodotti che non presentano alcun rischio per la salute e per l'ambiente.
 

Facilitare le donazioni di cibo

La Commissione dovrebbe inoltre proporre una modifica della direttiva sull'Iva per autorizzare esplicitamente l'esenzione fiscale per le donazioni di cibo. Il Fondo di aiuti europei agli indigenti (Fead) dovrebbe essere utilizzato per finanziare la raccolta, lo stoccaggio, il trasporto e la distribuzione degli alimenti donati.
 

Contesto

I rifiuti alimentari nell’Ue sono stimati a 88 milioni di tonnellate, pari a 173 kg pro-capite annui. La produzione e lo smaltimento di questi rifiuti portano all’emissione di 170 milioni di tonnellate di CO2 e al consumo di 26 milioni di tonnellate di risorse.