E per assicurare certezze alla tipicità dell’olio, in tempi di import a tutto spiano dal resto del bacino del Mediterraneo, serve una carta d’identità dell’olio extravergine d’oliva perché il futuro dell’olivicoltura pugliese passa dalla qualità e dalla lotta a frodi e contraffazioni.
In tema di qualità, proprio la carta d'identità per l'Olio Evo di Puglia sarà presentata lunedì 28 settembre, alle 10, presso Villa Romanazzi Carducci a Bari, durante una tavola rotonda, frutto del risultato finale di “Processi innovativi per la valorizzazione dell'olio extravergine di oliva”, il progetto finanziato dal ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca con 4 milioni di euro. Vi collaborano anche l'Università degli Studi "Aldo Moro" di Bari, l'Università del Salento, il Cnr (Istituto di fisiologia clinica) di Lecce, il Cra-Oli (Centro di ricerca per l'olivicoltura e l'industria olearia) di Rende (Cosenza), il Consorzio Carso e Oliveti Terra di Bari.
Il Progetto Pivolio punta a fornire sul piano scientifico gli elementi per una tracciabilità e rintracciabilità dell’olio a prova di frode.
Agricoltori, centri di ricerca, Università hanno portato a termine studi e tecniche all’avanguardia per consentire al consumatore una scelta consapevole del prodotto.
Interverranno: Gennaro Sicolo (Oliveti Terra di Bari), Antonio Decaro (Sindaco di Bari), Raffaele Carrabba (Presidente Cia Puglia), Giuseppe Gesmundo (Segretario generale Cigl Bari), Michele Emiliano (Presidente della Regione Puglia), Leonardo Di Gioia (Assessore regionale all’agricoltura), Dario Stefano (Senatore) e Angelo Petruzzella (Lega Coop. Puglia).
Illustreranno i risultati scientifici del progetto: Francesco Paolo Schena (Consorzio Carso), Enzo Perri (Cra-Oli Rende), Antonio Moschetta (Università degli Studi di Bari) e Francesco Paolo Fanizzi (Università del Salento).