Al momento le tre varietà riconosciute come Igp sono il ciliegino, il costoluto e il tondo liscio (che può essere a frutto singolo o a grappolo).
“Abbiamo richiesto al ministero di inserire anche le tipologie plum e miniplum - spiega il presidente Sebastiano Fortunato - per dare maggiore forza al brand ’Pomodoro di Pachino’ attraverso un prodotto ampiamente apprezzato nei mercati nazionali e internazionali. Si tratta di un percorso burocratico complesso e ringraziamo i professionisti e i consulenti, tra cui l’esperto di progettazione Salvatore Francavilla, che ci hanno accompagnato in questa attività”.
“La richiesta di modifica del disciplinare di produzione vigente viene effettuata su interesse dei produttori - aggiunge il direttore Salvatore Chiaramida - al fine di non discriminare gli operatori che operano nella zona di produzione del Pomodoro di Pachino Igp individuata come area geografica delimitata. Infatti le caratteristiche del territorio si riflettono anche sulle suddette tipologie nello stesso modo in cui influiscono sulle tipologie già richieste e approvate”.
Le tipologie ‘plum e miniplum’ ha uno stretto legame con il territorio e hanno beneficiato anch’esse delle imprescindibili caratteristiche dello stesso. Oggi, le tipologie in questione, grazie al favore ottenuto nei mercati, hanno raggiunto una quota consistente di produzione eguagliando la produzione delle altre tipologie di pomodoro di Pachino a marchio Igp. Questa variazione del disciplinare di produzione tutela il prodotto legandolo alla zona di coltivazione e arricchisce la denominazione di origine garantendo il consumatore sulla provenienza del prodotto.
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