L’Oi Distretto del pomodoro da Industria del Nord Italia – Organizzazione interprofessionale riconosciuta dall’Ue che rappresenta circa la metà del pomodoro da industria italiano – ha scritto al ministro delle Politiche agricole Maurizio Martina per richiedere l’introduzione – anche in Italia come sta accadendo in altri Paesi europei produttori di pomodoro da industria – dell’aiuto accoppiato per il pomodoro nell’ambito della definizione della nuova Pac.

"Ho sottoposto all’attenzione del ministro Martina – spiega il presidente Pier Luigi Ferrari - la posizione dell’Organizzazione sulle imminenti scelte che il nostro Paese dovrà compiere per avviare la riforma della Pac richiedendo la possibilità di un incontro finalizzato ad illustrare le risultanze a cui l’Oi è pervenuta dopo ampio dibattito. Il tema è particolarmente avvertito da tutti i soggetti economici della filiera del pomodoro da industria, consapevoli della complessità, ma fiduciosi nell’azione intrapresa dal governo che intende impegnarsi fortemente sull’agroalimentare".

Nella lettera – inviata per conoscenza anche agli assessori regionali di Emilia-Romagna, Lombardia, Veneto e Piemonte oltre a presidenti di Anicav, organizzazioni agricole e cooperative – l’Oi sottolinea l’importanza di "evitare che la scelta del nostro Paese metta gli operatori italiani della filiera del pomodoro da industria nella condizione di essere esclusi dalla competizione internazionale anche a livello europeo. Il costo della materia prima pomodoro nel nostro paese, per una serie di problematiche ben conosciute, è uno dei più alti al mondo, anche nel confronto di Spagna e Portogallo (+20%)".

La Spagna ha deciso per un aiuto accoppiato per questa coltura, il Portogallo si sta avviando nella stessa direzione, mentre è ormai certo che anche la Francia introdurrà sicuramente un aiuto accoppiato per il pomodoro.
L’introduzione di un aiuto accoppiato per il pomodoro da industria in Italia richiederebbe non più di 25-28 milioni di euro - sostiene l'Organizzazione - ovvero meno del 5% del plafond a disposizione del nostro Paese.
Una scelta in direzione diversa avrebbe, sia per il Nord che per il bacino produttivo del Sud Italia, una pesante ricaduta negativa anche in termini occupazionali e di contributo alla crescita del valore aggiunto nazionale.

"Il nostro Paese nel 2013 ha esportato trasformati di pomodoro per un valore pari a circa 1.450 milioni di euro (poco meno di un miliardo e mezzo di euro) - conclude Ferrari - contribuendo non poco a recuperare parte del deficit strutturale della nostra bilancia agroalimentare. E questi prodotti contribuiscono a caratterizzare e qualificare il made in Italy agroalimentare sui mercati esteri, come pure la dieta mediterranea".