Confagricoltura Emilia Romagna sostiene con forza l'azione del Gruppo trasversale agricoltori in corso oggi al Porto di Ravenna, a tutela dei prodotti made in Italy e della sicurezza alimentare: basta demagogia e disinformazione, è ora che i cittadini sappiano cosa in realtà mangiano”. Sono le parole del presidente di Confagricoltura Emilia Romagna, Guglielmo Garagnani, intervenuto a margine della manifestazione che si sta svolgendo in queste ore a Ravenna, proprio nel più importante porto commerciale d'Italia per transito di cereali.

Dalle regole sull'uso dei fitofarmaci (taluni sono vietati in Italia ma liberamente impiegati in altri Paesi europei) a certi, ingiustificati, vincoli ambientali che di fatto limitano l'agricoltore nell'assolvere il proprio compito fino all'incredibile scelta di vietare la coltivazione di Ogm in Italia ma consentirne liberamente l'importazione, la commercializzazione e il consumo su territorio nazionale – lamenta Garagnani - sono solo alcune delle tante politiche, condotte spesso sotto l'egida di associazioni ambientaliste o pseudo agricole, volte a danneggiare in primis l'agricoltore, spiazzato dai competitors stranieri e inevitabilmente costretto a perdere così la 'battaglia dei prezzi' sui mercati europei ma certamente, e di conseguenza, anche il consumatore italiano, ignaro acquirente di un qualcosa che neanche conosce, convinto che a fare da garante del suo cibo sia un agricoltore italiano che invece non ce la fa più".

La manifestazione è in corso oggi a Ravenna

Il presidente Garagnani conclude: “Alla vigilia di un nuovo governo auspichiamo più coraggio da parte della classe politica; più chiarezza nella tracciabilità e nell'etichettatura dei prodotti agroalimentari; meno burocrazia inutile e meno controlli inefficaci che finiscono col gravare solo sulle aziende agricole produttrici. Fermiamo l'approvvigionamento incondizionato di materie prime non italiane, però libere di entrare legalmente attraverso tutti i porti della penisola. Adottiamo la migliore delle politiche che vada in questa direzione e forniamo ai nostri agricoltori tutti quegli strumenti normativi che li possano rendere più forti e più competitivi sui mercati internazionali. Solo così potremo davvero difendere il made in Italy agroalimentare, sano e di qualità”.