“Gli strumenti di valutazione e i parametri tecnici non sono stati semplificati come da noi più volte richiesto – aggiunge Garagnani - in particolare permane incerto e aleatorio il prezzo reale pagato al produttore. Prendiamo atto della nuova formula introdotta che stabilisce una maggiorazione del prezzo da 92 a 93 euro/t se la produzione nel distretto del Nord Italia rimarrà entro i 24 milioni di quintali. Ma avremmo certamente preferito che tale premialità non venisse subordinata al quantitativo annuale di produzione: la programmazione delle superfici coltivate - conclude Garagnani - dovrebbe essere lo scopo e l'obiettivo principale delle organizzazioni di produttori e non del mondo industriale”.
© AgroNotizie - riproduzione riservata