Nove regioni europee hanno una posizione comune per la nuova Pac: si tratta di Toscana, Emilia Romagna, Loira, Bretagna, Poitou Charentes, Baviera, Andalusia; Alta Austria e Malopolska, che hanno firmato un documento illustrato in un incontro al commissario Ciolos.
"I punti salienti del documento - spiega l'assessore regionale della Toscana, Gianni Salvadori – sono nove: la stabilità dei mercati; il rafforzamento delle filiere agroalimentari; il sostegno ai prodotti di qualità; una dimensione umana delle strutture di produzione agricola; il sostegno agli investimenti e all'innovazione nelle politiche di sviluppo rurale; la valorizzazione del potenziale energetico delle zone rurali; un maggiore sostegno alle zone svantaggiate; maggiore semplificazione; nuovo ruolo della regioni nel governo della nuova Pac. Ciascuna delle regioni partecipanti ha illustrato al commissario Ciolos la posizione comune su uno dei temi chiave del documento".
Salvadori, si è soffermato in particolare sul tema del rafforzamento degli investimenti e l'innovazione nelle politiche di sviluppo rurale. L'assessore toscano ha sottolineato l'importanza degli aiuti comunitari agli investimenti in agricoltura, ribadendo il loro ruolo di stimolo per il miglioramento e l'efficienza dei processi produttivi.
"Ciò assume ancora maggiore rilevanza – ha detto – nel caso si tratti di produzioni di qualità, o di introdurre processi più rispettosi per l'ambiente, la sicurezza sul lavoro, la lotta ai cambiamenti climatici". Salvadori ha inoltre sottolineato l'importanza della semplificazione.
L'assessore dell'Emilia Romagna, Tiberio Rabboni, ha illustrato le proposte relative alle politiche per le produzioni di qualità rilevando che "la riforma Ciolos le ha purtroppo del tutto trascurate. Eppure - ha aggiunto - le 1000 Dop, Igp, Stg europee espressione di tradizione, biodiversità e vocazioni territoriali con le loro unicità tutelate rappresentano il biglietto da visita dell'agroalimentare europeo e contribuiscono alla creazione di una quota rilevante di valore economico e alla tenuta sociale delle aree rurali più periferiche. La proposta unitaria di queste nove regioni europee - ha concluso l'assessore dell'Emilia-Romagna - così distanti tra loro e diverse per caratteristiche produttive ed ambientali, offre anche agli stati membri e in particolare all'Italia, un modello di buone prassi da seguire ed imitare. La riforma va cambiata. Lo si può fare lavorando con gli altri. Lo spazio c'è. Bisogna solo cercarlo e praticarlo".
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Fonte: Agrapress