Il prezzo dei suini da macello continua a segnare spunti al rialzo, ma la redditività degli allevamenti resta compromessa.
Colpa anche dell’ulteriore incremento dei costi per l’acquisto delle materie prime per l’alimentazione degli animali.
Così l’indice di redditività calcolato dal Crefis, il Centro per le ricerche economiche sulle filiere sostenibili dell’Università Cattolica di Piacenza, diretto da Gabriele Canali, pur migliorando del 5,5% in febbraio rispetto al mese precedente, non compensa le perdite accumulate durante l’anno passato, lasciando il dato tendenziale negativo e pari a -27,1%.
 

Prosegue la crescita dei prezzi

Dal lato del mercato, in febbraio le quotazioni dei suini da macello proseguono la crescita iniziata a gennaio, spinte dall’aumento delle esportazioni soprattutto verso la Cina e da un generale aumento della domanda.
In particolare, il prezzo medio mensile dei suini pesanti da macello destinati al circuito tutelato è stato pari a 1,379 euro/kg, con un aumento del 10,9% rispetto al mese precedente.

Anche in questo caso il dato tendenziale resta però negativo (-14%), a sottolineare il profondo divario con i prezzi registrati lo scorso anno.
A febbraio, i suinetti da allevamento di 30 Kg hanno fatto registrare un prezzo medio mensile in crescita rispetto al periodo precedente (+27,4%) e pari a 2,914 euro/kg ma rimanendo ben al di sotto delle quotazioni del 2020 con la variazione tendenziale pari a -21%.
 

Macelli più "poveri"

Sempre in febbraio si registra un calo della remuneratività nel segmento della macellazione che presenta un quadro simile a quello registrato nel mese precedente.
L’indice Crefis di redditività segnala un decremento del 7,8%, giustificato dall’aumento dei prezzi dei suini da macello non compensato dalle performances positive dei prezzi delle cosce fresche e dei lombi. Ma il confronto con il dato dell’anno scorso nello stesso periodo resta positivo e pari a +8%.

Come accennato, nel periodo preso in esame, i prezzi delle cosce fresche pesanti destinate a prodotti Dop sono saliti a 3,913 euro/kg per una variazione congiunturale del +2,5%.
Ma la variazione tendenziale anche in questo caso resta negativa: -8,8%. Stessa situazione si riscontra per le quotazioni delle cosce fresche pesanti destinate a produzioni non tipiche che a febbraio hanno raggiunto 3,275 euro/kg: +2,8% rispetto al gennaio 2021; -11,2% rispetto a febbraio 2020.

Passando ai prezzi dei lombi si rileva il medesimo andamento: il prezzo lombo taglio Padova è aumentato del 3,2% rispetto a gennaio, fermandosi a 3,213 euro/kg, mentre la quotazione del lombo taglio Bologna è cresciuta a livello congiunturale del 5,6% per una quotazione di 3,050 euro/kg.
Resta negativa la variazione risultante dal confronto con gli stessi dati del 2020 per entrambi i prodotti: -5,9% per il taglio Padova e -5,4%% per il taglio Bologna.
 

Stabile la stagionatura

Stabile la situazione della stagionatura dei prosciutti Dop, con l’indice Crefis di remuneratività che rimane invariato rispetto a gennaio; mentre risulta fortemente negativo nei confronti di febbraio 2020 (-15,2%), sintomo che, nonostante la performance congiunturale confortante, dovuta a coincidenze puntuali favorevoli (prezzi del prodotto stagionato rispetto a costi di approvvigionamento delle cosce avvenuti l’anno precedente), la redditività del prodotto Dop è ancora in sofferenza.

Quadro opposto per il comparto dei prosciutti stagionati non tutelati: l’indice di redditività Crefis segna a febbraio un dato congiunturale negativo (-2,1%), ma la situazione resta favorevole a livello tendenziale, con l’indice a +17,9%.
Resta sempre negativo, ma in miglioramento, il gap di remuneratività tra prodotto Dop e generico: -18,5%. Infine, le quotazioni dei prosciutti stagionati.
A febbraio vediamo crescere debolmente il prezzo medio mensile del prodotto Dop che si attesta a 7,850 euro/kg ma rimane comunque al di sotto del valore dello stesso periodo dell’anno scorso (variazione tendenziale a -2,5%).
Situazione simile per il prodotto generico che presenta un prezzo stabile rispetto al mese precedente e pari a 6,175 euro/kg, ma mostra una variazione tendenziale negativa (-1,6%).