Una minaccia resa ancor più grave dal fatto che al momento non sono disponibili metodi di lotta o di controllo. L'unica arma a disposizione quindi è il monitoraggio per individuare il più tempestivamente possibile la presenza del coleottero nell'arnia.
Ma anche il monitoraggio non è una cosa semplice, infatti Aethina tumida si muove in maniera molto veloce, tende a nascondersi e a fuggire la luce e per il suo colore scuro può essere difficilmente visibile sui favi vecchi dalla cera scura o nelle zone in ombra dell'arnia.
Per cercare di rendere più semplice e veloce le operazioni di monitoraggio e ricerca del coleottero nell'arnia, l'Izs Lazio e Toscana ha messo a punto una nuova tecnica che permette di risparmiare tempo rispetto al protocollo ispettivo previsto dal ministero della Salute.
Un metodo che è stato recentemente pubblicato sulla rivista internazionale Journal of Apicultural Sciences.
Per farci spiegare come funziona abbiamo intervistato Giovanni Formato, medico veterinario responsabile della sezione apicoltura dell'Izs Lazio e Toscana e coordinatore dello studio.
Giovanni Formato, come funziona il metodo di monitoraggio che avete pubblicato?
"Il nuovo metodo di ispezione degli alveari che abbiamo recentemente pubblicato su riviste internazionali deriva da anni di esperienza di apicoltori calabresi e di contatto che loro hanno avuto con il piccolo coleottero dell'alveare. E' stato solo grazie a loro ed in particolare al grosso supporto fornito da Fai-Calabria che è stato possibile ideare la cosiddetta 'parete mobile', cioè un dispositivo molto semplice, in grado di accelerare i tempi della visita clinica".
Giovanni Formato durante le prove in campo in Calabria
(Fonte foto: Izs Lazio Toscana)
Quale è invece il metodo ufficiale proposto dal ministero della Salute?
"Il metodo ufficiale proposto dal ministero della Salute prevede una ispezione molto dettagliata dei singoli favi dell'alveare, che vengono estratti uno ad uno, 'smontando' letteralmente e gradualmente tutto l'alveare. Tale procedura può essere rinvenibile nella nota ministeriale: 0020069-01/10/2014-DGSAF-COD_UO-P".
Quanto tempo si riesce a risparmiare usando il vostro metodo?
"Nelle prove che abbiamo condotto nel 2017, il tempo risparmiato era di circa il 30% in meno rispetto al metodo previsto dalla nota ministeriale. Inoltre il metodo ideato dagli apicoltori di Fai Calabria può essere impiegato nelle routinarie visite degli alveari e non richiede di attuare una visita ispettiva dedicata allo scopo".
L'efficacia del monitoraggio rimane la stessa?
"L'efficacia del monitoraggio, oltre ad essere più rapida è anche più elevata".
Dove avete testato questo metodo?
"Questo metodo è stato testato direttamente in Calabria e rientra nelle buone pratiche da adottare per il futuro, quando si passerà da una fase di eradicazione a quella di controllo del parassita".
Chi deve fare il monitoraggio e soprattutto cosa deve fare in caso di ritrovamento del coleottero?
"Il monitoraggio con la parete mobile può essere adottato da tutti gli apicoltori. In caso di ritrovamento del coleottero, anche in caso di sospetto, si devono allertare i Servizi veterinari territorialmente competenti".
A breve il vostro metodo potrebbe diventare la procedura ufficiale per cercare Aethina tumida negli alveari?
"Questo non è dato sapere. Certamente rappresenta uno strumento che può essere alla portata di tutti.
Nel chiudere questa breve intervista, voglio segnalare che in occasione del Simposio di Apimondia sulla sanità delle api, che si terrà a Roma dal 13 al 15 febbraio 2019, saranno organizzate una sessione specifica ed una tavola rotonda dedicate ad Aethina tumida, in considerazione della rilevanza che questa malattia ha per l'intera Unione europea".