Alla fine è arrivata anche la conferma che negli hamburger italiani non c'è traccia di E. Coli. Ma intanto la notizia che in Francia alcuni bambini erano finiti all'ospedale a seguito del consumo di carne ha fatto il giro di tutti i media. E i toni allarmistici che sempre (purtroppo) accompagnano queste informazioni hanno contribuito e non poco a mettere il consumatore sul “chi va là”. Così dopo ortaggi e frutta la paura (anche in questo caso ingiustificata) si è spostata sulle carni. Un settore quello delle carni, che già deve vedersela con una situazione di mercato difficile che colpisce in modo trasversale il settore bovino e quello suino. Un altro episodio di allarmismo alimentare che come i precedenti prende le mosse oltre confine e proprio per questo ripropone la necessità di disporre di etichette chiare anche in merito alla provenienza.

 

L'etichetta, indispensabile

Per la carne bovina, ricorda Coldiretti, l'obbligo di indicare in etichetta la provenienza è già in vigore, ma basta l'aggiunta di qualche altro ingrediente, cosa frequente nei prodotti a base di carne, per superare questo vincolo e rendere “anonima” l'origine. Vuoti normativi e triangolazioni commerciali, ha denunciato l'Associazione italiana allevatori, non permettono al consumatore di sapere cosa mette nel piatto. Ecco allora l'invito del presidente di Aia, Nino Andena, a scegliere prodotti garantiti dal marchio Italialleva. “Perchè con Italialleva - afferma Andena - il consumatore ha invece la certezza che la carne utilizzata sia stata prodotta in stalle italiane.”

E' scesa in campo anche l'Uniceb, l'unione degli importatori e dei commercianti di carne ha rinnovato l'invito (inascoltato) ad evitare allarmismi, ed ha ricordato che tutti i prodotti a base di carne, in particolare quella bovina, che giungono sulle tavole degli italiani sono sottoposti a controllo. Un sistema di controllo che funziona come dimostra la frequenza con la quale gli allarmi alimentari abbaino origine fuori dai nostri confini.

 

Controlli efficaci

In più, viene da aggiungere, l'Italia vanta un efficiente sistema di vigilanza veterinaria e un altrettanto efficiente servizio di indagini di laboratorio capaci di fornire risposte certe in tempi rapidi. In appena due giorni dal sequestro delle partite di carne sospettate di veicolare l'E,coli si è avuto dall'Istituto zooprofilattico delle Venezie il responso di “non colpevolezza”. Le incertezze, le conferme e le smentite, i ritardi e le reticenze che hanno accompagnato l'episodio di contaminazione da Coli in Germania segnano la differenza con le nostre strutture preposte alla tutela della salute. Delle quali possiamo vantare efficacia ed efficienza. Evviva.