Cresce l'import e crolla l'export in quantità, nonostante un aumento in valore. Questa la doppia tendenza della bilancia commerciale cerealicola italiana, confermata a maggio 2023 che si consolida così nei primi cinque mesi dell'anno, rispetto allo stesso periodo 2022. Dal punto di vista del saldo valutario netto, il valore dell'import ha toccato i 4.173,1 milioni di euro, in crescita di oltre 300 milioni rispetto allo stesso periodo 2022 (3.843,3 milioni) e un fatturato complessivo da estero per 2.512,3 milioni di euro, in crescita di quasi 100 milioni. Il deficit sale quindi a oltre 1,6 miliardi di euro, rispetto ai 1,4 miliardi dello stesso periodo.

 

Sul fronte quantitativo, toccano 6,2 milioni le tonnellate dell'import di cereali in granella (+5,5%), in particolare grano duro (+489mila tonnellate), mentre scendono grano tenero (-64.700 tonnellate), granturco (-55.500 tonnellate) e orzo (-18.400 tonnellate). Calano anche gli arrivi di prodotti trasformati/sostitutivi (-17%) e di mangimi a base di cereali (-7%). Le importazioni di riso si riducono di 33.700 tonnellate (-18%), senza dimenticare la diminuzione per farine proteiche e vegetali (-42mila tonnellate, -4%) e semi/frutti oleosi (-24mila tonnellate).

 

Forte calo per le quantità esportate (-409.200 tonnellate), con un forte trend negativo per i cereali in granella (-215.300 tonnellate, in particolare il grano duro), le paste alimentari (-57.200 tonnellate, pari a -6,4%) e i prodotti trasformati (-27%), le farine di grano tenero (-6%) e del riso (-39.300 tonnellate). Cresce l'export di semola di grano duro, che aumenta di 3mila tonnellate (+6,2%) e di mangimi a base cereali (+5,5%).