Le esportazioni sono passate da 3420,7 a 3587,5 milioni di euro di fatturato, con un incremento in valore assoluto di 166,80 milioni. Il deficit della bilancia commerciale è quindi aumentato di 131,2 milioni di euro, passando dai 2131,2 milioni del 2018 ai 2262,4 milioni di euro del 2019, con un aumento percentuale tendenziale del 6,1%.
Analizzando complessivamente i dati relativi alle importazioni, il vero boom degli arrivi ha riguardato il grano duro (+667mila tonnellate) e mais (+639mila tonnellate), oltre a una piccola quota di altri cereali minori (+27.500 tonnellate). Forte calo per il grano tenero (-640mila tonnellate), oltre a diminuzioni più contenute per orzo (-80.100 tonnellate) e avena (-11.200 tonnellate). Scene inoltre l'importo di prodotti trasformati (-136mila tonnellate), mentre sono aumentati i mangimi a base cereali (+21mila tonnellate) e riso (+41.600 tonnellate). Altro trend al rialzo sono i semi e frutti oleosi, con una crescita di 384mila t, di cui 400mila tonnellate in più per i semi di soia. Riduzione forte anche per le farine proteiche vegetali (-258mila tonnellate).
A livello di export, il calo dei cereali in granella si attesta intorno alle -116mila tonnellate, mentre segnali negativi arrivano anche da riso (-44.700 tonnellate) e semola di grano duro (-35mila tonnellate), oltre, un po' a sorpresa, sui prodotti trasformati (-8mila tonnellate). Buone performance per i mangimi (+9,2%) e soprattutto per la pasta, che raggiunge il nuovo livello record di esportazione con oltre 1,9 milioni di tonnellate. Nel complesso le esportazioni sono calate in quantità di 53mila tonnellate (-1,2%) nonostante, come già detto in precedenza, un aumento in valore di quasi 167 milioni di euro.
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Fonte: Anacer - Associazione nazionale cerealisti
Autore: Lorenzo Pelliconi