La bilancia cerealicola vede profondo rosso. Cresce infatti l’import e cala l’export, sia in quantità che in valore, tanto da far incrementare il deficit commerciale di 130 milioni di euro, con il saldo valutario netto passato da -1229,5 a -1359,2 milioni di euro.

Questo è il quadro che si evince dai dati dell’Anacer, con prospettive praticamente stabili su questa situazione, a confermare la tendenza del 2017 e anzi addirittura a un peggioramento del saldo negativo. Analizzando in primis i dati delle importazioni, il totale del settore cerealicolo registra una crescita di 516mila tonnellate nelle quantità (+3,9%) e di 80,8 milioni di euro (+2,3%) rispetto allo stesso periodo degli otto mesi 2017. Risultano in aumento gli arrivi di grano tenero (+459mila tonnellate), granturco (+114mila tonnellate) e avena (+6400 t). In calo l’import di grano duro (-210mila tonnellate) e orzo (-100mila tonnellate). Crollo degli acquisti dall’estero di riso (-31%).

Segni negativi in quantità e valore per l’export cerealicolo italiano, con una riduzione di 380mila tonnellate di merce (-11,5%), pari a 48,9 milioni di euro nei valori (-2,1%) rispetto allo stesso periodo in considerazione. Il calo maggiore riguarda i cereali in granella (-375mila tonnellate) e dei prodotti trasformati (-56mila tonnellate). Timidi segnali positivi per la farina di grano tenero (+14,5%), semola di grano duro (+9,3%), mangimi a base di cereali (+11,3%) e pasta (+1,2%).