"Il decreto in realtà ha ben poco di nuovo, ma si limita a riproporre quanto previsto dalla norma precedente (D.Lgs. 217/2006) che, a seguito di gravi irregolarità di emanazione, aveva portato ad una procedura d’infrazione nei confronti dell’Italia da parte della Ue”.
E' questo il primo commento di Pier Luigi Graziano, presidente dell’Associazione italiana fertilizzanti, dopo la pubblicazione sul Supplemento ordinario n. 106 alla Gazzetta Ufficiale n. 121 del 26 maggio 2010 il D.Lgs. 75/2010 Riordino e revisione della disciplina in materia di fertilizzanti, a norma dell'articolo 13 della legge 7 luglio 2009, n. 88.
"In realtà, anche per la norma appena pubblicata - continua Graziano - sono state sollevate perplessità sulla legittimità dell’atto, ma certamente la situazione è migliorata rispetto al passato e ci auguriamo che si possa finalmente tornare a lavorare sulla base di norme che assicurino la certezza del diritto, evitando lo stato di conflittualità che si era venuto ad instaurare tra amministrazioni pubbliche e fabbricanti di fertilizzanti a causa della 'inapplicabilità' del D.Lgs. 217/2006".
Ad un primo esame, secondo l'Aif non risulta che siano state apportate modifiche sostanziali, né in positivo né in negativo.
L'Associazione aveva sollevato alcune osservazioni che erano state accolte dalle competenti Commissioni parlamentari. Nel testo finale però, è stata recepita solo la necessità di dare adeguato spazio alle Regioni.
"In particolare - continua il presidente - è stato mantenuto il Registro dei fertilizzanti, ma senza dotarlo delle risorse indispensabili al suo funzionamento. Come dimostrato ampiamente negli ultimi quattro anni, questo mostro burocratico costituisce solo uno spreco di risorse, senza alcun vantaggio né per i produttori, né per gli agricoltori, né per l’ambiente".
"L’auspicio - conclude - è che il D.Lgs. 75/2010 possa avere una vita più lunga e soprattutto meno travagliata, della norma che lo ha preceduto".
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