Tempo di bilanci per la coltivazione della patata in Trentino. Sono 7.500 le tonnellate prodotte quest'anno, il 7% in più rispetto al 2010. La qualità e la conservabilità risultano buone, mentre la pezzatura è mediamente superiore all'annata precedente. La varietà più coltivata rimane la Cicero, caratterizzata da forma molto regolare a pasta paglierina; a seguire la Kennebec e una new entry entrata in produzione tre anni fa, la Daifla.
L'andamento climatico primaverile e di inizio estate particolarmente favorevole ha favorito un anticipo della maturazione. L'incremento della produzione è dovuto all'aumento delle superfici ma anche alla maggior pezzatura media dei tuberi, che ha attestato le rese medie ad ettaro sui 300 quintali. Solo nelle zone di alta quota la coltura ha avuto scarsa produzione, a causa delle violente grandinate di fine luglio e inizio agosto che hanno distrutto completamente la parte aerea della pianta, debilitando completamente l'attività vegetativa.
"Questa coltura – spiega Gabriele Chistè, tecnico del Centro Trasferimento Tecnologico dello Iasma – pur non essendo fondamentale nel sistema economico provinciale, rappresenta per alcune zone a vocazione tradizionale un'importante fonte di reddito aziendale. Attraverso l'organizzazione in consorzi e cooperative la produzione di patate di montagna del trentino viene valorizzata e promossa, riscuotendo da parte degli utilizzatori l'apprezzamento di prodotto di nicchia legato a un particolare territorio".
La campagna di commercializzazione è iniziata a metà di settembre e in programma fino alla metà di aprile. La produzione di patate trentine commercializzata dalle strutture cooperative e da privati è ottenuta seguendo il disciplinare di produzione integrata dell'Apot, l'Associazioni produttori ortofrutticoli Trentini. Una interessante produzione di patate certificate biologiche sono prodotte in provincia e queste sono prevalentemente utilizzate nelle mense scolastiche.
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