"Il calo dei prodotti finiti - ha commentato Tiberio Rabboni, presidente dell'Oi del Nord Italia - è la diretta conseguenza di un calo delle superfici effettive, perseguito in fase di contrattazione d'area, e poi di un'annata segnata da andamenti climatici anomali che hanno causato un'ulteriore diminuzione del pomodoro consegnato agli stabilimenti, rispetto ai quantitativi inizialmente contrattati".
"È un calo - ha precisato - che si aggiunge ed accentua quello dello scorso anno (-5,3% del totale dei prodotti finiti nel 2017, rispetto al 2016) che fu causato da un grado brix medio molto basso del pomodoro raccolto e consegnato che comportò la produzione di un minor quantitativo di prodotti finiti a parità di materia prima lavorata. Il dato 2018 del Nord Italia è tuttavia in linea con quello delle regioni italiane del Centro-Sud e con l'andamento della produzione mondiale che registra una forte contrazione soprattutto in Cina, Spagna e Portogallo.
Ciò non potrà che stimolare una rinnovata e necessaria vivacità delle dinamiche di mercato".
Tra i cali più rilevanti spicca quello complessivo dei concentrati, pari a -17,8% (da 187.966 tonnellate dello scorso anno a 154.423 di quest'anno), a maggior ragione in considerazione del fatto che già nel 2017 vi fu un calo del -20,9% dei concentrati rispetto alla produzione del 2016. Scendendo nel dettaglio il calo è del -34,6% per i semi-concentrati, del -11,3% dei concentrati, del -3,8% dei doppi concentrati e del -38,5% per i tripli concentrati.
Contrazioni significative si sono registrate anche nella produzione della polpa a cubetti (-34,6% da 358.281 tonnellate del 2017 a 245.787 del 2018) e della passata (-5,3% da 362.302 tonnellate a 345.096).
Al contempo, rispetto al 2017, si registra però una produzione, per quanto più contenuta, qualitativamente maggiore come dimostra il brix medio ponderato di 4,78 più alto di quello dello scorso anno e, di conseguenza, in grado di garantire una maggiore resa di trasformazione.
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