E nonostante le previsioni di "abbondante raccolto" siano a livello mondiale, allo stato attuale le quotazioni delle mandorle in guscio italiane, secondo Ismea, restano stabili, a 1,38 euro al chilo, lo stesso prezzo di un anno fa.
Mentre il prezzo all’origine registrato a Bari sul prodotto sgusciato appare in calo, e Ismea registra a livello Italia una diminuzione del 24,7% del prezzo rispetto ad un anno fa, attualmente attestato 7 euro e quarantacinque centesimi al chilo, che risulta comunque più elevato dei livelli medi internazionali.
Secondo le stime di Moleas Cleon, titolare dell'omonima azienda di Bari specializzata nell'importazione e nell'esportazione di frutta secca, oltre che nei servizi di brokeraggio e di consulenza tecnica e commerciale, "nel 2016 l'Italia dovrebbe produrre più di 22mila tonnellate di prodotto sgusciato, registrando una crescita di oltre il 100% rispetto alle ultime annate. Il raccolto, in particolare, dovrebbe essere abbondante sia in Puglia che in Sicilia".
Anche gli altri principali Paesi produttori di mandorle stimano produzioni significative, nei termini – osserva l'imprenditore – di oltre un milione di tonnellate gli Stati Uniti (California), 80mila tonnellate la Spagna, 60mila tonnellate l'Australia.
"A fronte di queste previsioni – sottolinea Moleas – negli ultimi due mesi le quotazioni del prodotto californiano sono calate del 35%. Ciò sta causando importanti difficoltà di mercato, specie per quanto riguarda le relazioni tra compratori e venditori internazionali, dal momento che preesistevano molti contratti a prezzi elevati".
Con riguardo alle quotazione registrate in Italia da Ismea, Moleas sottolinea come "il prodotto di origine mediterranea continua invece a mantenersi su prezzi sostenuti, per via dei ridotti livelli di stock disponibili".