Il Pomodoro San Marzano sarà Dop anche da fresco e non più solo nei barattoli di pelati.
E' questa la proposta lanciata oggi da Coldiretti che a Salerno ha chiamato a raccolta i sindaci dei 41 Comuni dell’area di produzione del Pomodoro San Marzano dell’Agro Sarnese e Nocerino per una tavola rotonda a difesa della denominazione di origine protetta e del made in Italy.

L’incontro tra gli amministratori, gli imprenditori agricoli ed i vertici di Coldiretti si è tenuto oggi nella sala Torre della Provincia di Salerno. E la proposta di apporre il marchio anche sul prodotto fresco ed uscire da una logica di nicchia ha trovato subito larghe adesioni, a partire da quella del presidente del Consorzio di tutela, Tommaso Romano.
  
E la notizia giunge poche ore dopo l'annuncio del ministro per le Politiche agricole, Maurizio Martina, che ha chiesto alla Commissione Ue la clausola di salvaguardia per le colture mediterranee, tra queste il pomodoro, nel quadro degli accordi commerciali che si vanno definendo nel Mediterraneo.
 
“Era necessario un momento di confronto istituzionale con gli amministratori locali e regionali – spiega il presidente di Coldiretti Salerno, Vittorio Sangiorgio all’indomani delle gravi affermazioni del Commissario europeo all’agricoltura Phil Hogan in merito alla denominazione di origine protetta del nostro pomodoro San Marzano".

Hogan, oltre a ricordare l'incompetenza della Commissione Ue sul controllo delle frodi, per via dell'ex officio che lo riserva alle autorità di controllo nazionali, aveva anche sottolineato che alla Commissione non risultavano segni evidenti di evocazione, questo perchè il pomodoro con la scritta San Marzano, confezionato in Belgio, riguardavano del prodotto fresco, attualmente non protetto dalla Dop.

Per Sangiorgio "L’obiettivo di oggi è stato quello di tracciare una strategia comune a salvaguardia dell’identità e della storia del prodotto: la denominazione di origine protetta va tutelata perché non è un semplice marchio, ma è garanzia di qualità in un percorso di trasparenza e riconoscibilità di un prodotto legato inscindibilmente al suo territorio secondo i dettami della tradizione: da qui la proposta di porre sotto tutela anche il prodotto fresco per accentuare il rilancio di questa coltura, anche uscendo da un'ottica di nicchia".
 
L’areale di produzione del San Marzano Dop, esteso su 41 Comuni, è molto grande ed ha un potenziale di un milione di quintali di prodotto fresco. Mentre attualmente la produzione avviata alla trasformazione non supera i 100mila quintali. E le prime campagne con la Dop non videro avviate a produzione più di 40 – 50 mila quintali. Pertanto, è in atto un pur lento recupero di questa coltivazione che ha però la Dop che insiste sul solo prodotto trasformato: il pelato.
 
E a preoccupare amministratori locali e Coldiretti, era anche l’effetto che le dichiarazioni di Hogan potrebbero avere sul San Marzano Dop. Perché la percezione tra gli agricoltori è stata quella di uno svilimento della Dop, che potrebbe scoraggiare le semine e le consegne all’industria di trasformazione delle cultivar di pomodoro derivate dal seme Cirio 3. Quel seme Cirio 3, ottenuto dai laboratori della Sme Ricerche e che consentì, modificandolo, di salvare parte del patrimonio genetico dell’originaria cultivar San Marzano, distrutta dalla virosi degli anni ’70.

"La proposta di variare il disciplina di produzione proteggendo anche il prodotto fresco ha trovato l'adesione della Camera di commercio di Salerno, di molti amministratori locali, della Provincia di Salerno della senatrice Angelica Saggese e del presidente del Consorzio di tutela Tommaso Sodano" riporta Sangiorgio.

Sullo sfondo c'è l'import di pomodoro, che è fortemente aumentato nel 2015, soprattutto dal Marocco (+ 25%) e rispetto al quale si registra la presa di posizione del ministro Maurizio Martina, relativa anche all'olio e ad altre colture mediterranee.
Sabato scorso Martina, a Palermo per la presentazione del Psr Sicilia 2014-2020, aveva detto: "Abbiamo un grande tema davanti a noi legato alla remunerazione di chi produce e ai nuovi rapporti commerciali che si sviluppano nel Mediterraneo. Su questa partita abbiamo aperto una discussione in Europa e chiediamo di alzare il livello di protezione dei nostri produttori dei nostri territori, in particolare delle realtà Mediterranee. Ci aspettiamo delle risposte".
Martina aveva infine concluso: "Abbiamo chiesto alcuni interventi molto operativi come l'attivazione delle clausole di salvaguardia per alcuni trattati di cooperazione, anche questa è una questione che non sottovalutiamo".