Secondo le indicazioni della Sezione colture industriali, la contrazione delle superfici coltivate a mais nel 2015 è stata ancora più accentuata rispetto alle statistiche ufficiali dell’Istat: poco più di 800.000 ettari rispetto a 1 milione di ettari circa accertati da Istat. Le intenzioni di semina diramate in questi giorni da Istat prevedono per il 2016 un calo delle superfici del 3,9% per mais da granella e addirittura un aumento del 2,6% per il mais da foraggio. “Temiamo un ulteriore calo delle superfici anche per il 2016, con conseguenti ricadute negative sulla filiera agroalimentare made in Italy" - ha dichiarato Fusco a margine del convegno.
"Potremmo correre il rischio di non disporre di mais italiano per sorreggere produzioni Dop di punta come prosciutti e formaggi - ha sottolineato Fusco -. È quindi necessaria una forte collaborazione tra tutti gli attori di questo settore per trovare soluzioni adeguate che permettano a questa coltura di tornare a essere al centro di un'agricoltura a cui offre ancora enormi possibilità”.
Il mais rappresenta una preziosa risorsa economica per l'Italia: è alla base dell’alimentazione zootecnica da carne e da latte, nonché la materia prima di uno dei nostri piatti della tradizione, la polenta. Sta inoltre acquisendo sempre più valore, assieme al riso, nelle diete gluten-free. Il 2% della produzione nazionale di mais è destinata al settore alimentare.
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Fonte: Assosementi