L’importanza di regole condivise dall’intera filiera è stata sottolineata da Maria Chiara Cavallo, segretario dell'Oi: “Nel 2015 sono state introdotte importanti novità in merito alla raccolta ed elaborazione dei dati produttivi come la congruità delle rese contrattate e delle superfici contrattate rispetto alle effettive e alla verifica dei pagamenti della materia prima dall’industria alle organizzazioni dei produttori. L’attività dell’Oi acquisisce un ruolo sempre più fondamentale per l’efficacia nel raggiungimento degli obiettivi per la programmazione delle produzioni”.
“Quello delle regole condivise – ha aggiunto la vicepresidente Rossella Martelli – è stato uno degli strumenti più importanti per tenere controllata la filiera”.
Durante la campagna 2015 per conto dell’Oi ha operato un organismo di controllo – composto da due tecnici super partes - che ha monitorato l’operato di tutte le imprese del Nord Italia, verificando in particolare la corretta applicazione di quanto stabilito tra industria e Op (Organizzazioni di produttori) nel contratto quadro stipulato con specifico riferimento alla valutazione della qualità della materia prima in ingresso agli stabilimenti riscontrando una sostanziale conformità dei processi di valutazione rispetto a quanto stipulato dal contratto quadro.
“Dal 27 luglio al 18 settembre – ha illustrato ancora Cavallo - sono stati predisposti 42 controlli in stabilimento, senza preavviso, per verificare le modalità di valutazione qualitativa e pesatura del pomodoro, il rilascio del certificato di consegna e la rilevazione del brix”.
Sul piano normativo-legislativo l’Oi ha lavorato per favorire l’armonizzazione dei disciplinari tra le regioni Emilia Romagna, Lombardia, Veneto e Piemonte in particolare per riuscire ad ottenere un disciplinare di produzione integrata armonizzato nei suoi contenuti per tutto il Nord Italia mentre sul piano delle politiche ambientali il grande risultato ottenuto nel 2015 è rappresentato dal fatto che la filiera dell’Oi è la prima filiera agroalimentare ad avere effettuato – nell’ambito del progetto Life Prefer condotto da Lombardia ed Emilia-Romagna - uno studio di Pef (Product environmental footprint), ossia ad aver calcolato l’impronta ambientale prodotta come intera filiera – tramite la valutazione di 14 parametri ambientali - per la produzione di 1 kg di concentrato, di polpa e di passata.
Ma l’Oi guarda anche al futuro. “È operativo un gruppo progettualità – ha concluso la vicepresidente Bruna Saviotti – che ha promosso incontri tra i soggetti economici della filiera, organizzazioni di produttori e industrie di trasformazione, per determinare le necessità di sperimentazione in base alle quali confrontarsi con i centri specializzati nella ricerca”.
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