"Il potenziale rischio per le api derivante dalle polveri dei concianti neonicotinodi diffuse dalle seminatrici durante la semina del mais può essere abbattuto in modo risolutivo, dotando le seminatrici di particolari accorgimenti come i filtri in grado di trattenere fino al 97% delle sostanze attive contenute nell'aria che li attraversa. Questa soluzione, che presenta ulteriori possibilità di affinamento, è il frutto del lavoro realizzato dal Cra-Ingegneria agraria di Roma ed è un'indicazione importante per chi crede nella maiscoltura e nell'innovazione assicurata dalla concia delle sementi".
Così Paolo Marchesini, presidente di Assosementi, alla presentazione delle relazioni conclusive del progetto Apenet in un convegno svoltosi a Bologna.
Il numero uno dell'associazione afferma che da tempo Assosementi sostiene l'intervento sulle seminatrici, insieme ai progressi sulle modalità di concia, dove sempre le prove dell'Apenet dimostrano la possibilità di ridurre il residuo di polveri sulle sementi conciate a meno di 3 grammi per q.le (pari a 0,6 grammi per ettaro di mais seminato).
Le stesse strade sono state seguite nei principali Paesi europei produttori di mais, tra cui Francia, Austria, Svizzera e Germania. Aggiunge inoltre che la valutazione e autorizzazione in merito della sicurezza delle sostanze attive utilizzate spetta alle autorità competenti.
La sospensione dell'impiego dei neonicotinoidi nella concia delle sementi di mais in Italia scadrà il prossimo 30 giugno.
"L'industria sementiera italiana auspica una posizione precisa e possibilmente in linea con quella della Comunità, in particolare con l'Agenzia europea per la sicurezza alimentare (Efsa), da cui il ministero della Salute attende un parere scientifico sulle ricerche svolte in Italia. Molte prove agronomiche confermano l'utilità della concia delle sementi. Come aziende sementiere - è la conclusione di Marchesini - siamo certi di avere fornito contributi concreti e validi circa la possibilità di riammettere sul mais i concianti sospesi, come si aspettano tantissimi maiscoltori italiani e come richiede l'attuale domanda di maggiore sostenibilità ambientale di questa coltura".
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Fonte: Assosementi