Produzione in crescita per le pere italiane: per il 2011 si prevede infatti un più 30% rispetto al 2010.
E’ quanto è emerso nel corso di PrognoSfrut, l'appuntamento annuale organizzato dalla Wapa (World apple & pear association) che si è tenuto ad agosto a Ljubliana, Slovenia.
I dati previsionali trovano conferma in campagna: la raccolta di William fa registrare un +13%, quella di Abate Fetel un +66%).
Si prevede che anche per le pere i prezzi di conferimento agli agricoltori non saranno soddisfacenti. Questa situazione potrebbe cambiare nel momento in cui il mercato risponderà bene in termini di consumo e verranno trovati sbocchi commerciali importanti verso i mercati emergenti.
Al momento le contrattazioni mostrano un prezzo per William di 0,61 euro/kg e per Abate Fetel di 0,58 euro/kg (Fonte dati Ismea).
“In base ai dati fin ad ora raccolti - spiega Mauro Pazzaglia, Agrintesa - possiamo dire che la nostra produzione di William è risultata superiore alla media nazionale 2010 del 50%, mentre le previsioni per Abate Fetel (siamo ad inizio raccolto) lasciano pensare ad un aumento del 60% circa. Questi dati sono in linea con quelli nazionali che si aggirano intorno ad un +13% per William e un +66% per Abate Fetel.
Sicuramente la sovrapproduzione dovrà essere collocata sul mercato con possibili ripercussioni sui prezzi di conferimento. In base ai riferimenti dei bollettini della Camera di commercio, possiamo dire che i prezzi non sembrano incoraggianti, anche se bisognerà capire come il mercato risponderà a questa situazione anomala. La varietà William potrà trovare nell'industria un valido aiuto allo smaltimento del prodotto (visto le sue caratteristiche), mentre per Abate Fetel questo aiuto non sarà possibile: rendendo necessario individuare nuove strategia commerciali e nuovi mercati dove collocare il prodotto”.
La situazione in Europa
Esiste una generale tendenza nei principali Paesi produttori di pere all’incremento delle produzioni. In controtendenza solo la Spagna (427.000 tonnellate), con un calo delle produzioni del 6% rispetto al 2010. La Francia avanza con un +7% rispetto al 2010. Incremento significativo anche per Belgio, Olanda e Portogallo (+20%).