Sono 4.013 le aziende agricole trentine che hanno ottenuto fino ad oggi la certificazione Eurep Gap. E si prevede che, alla fine di quest’anno, saranno più di seimila a concludere il procedimento relativo alle “buone pratiche agricole” nella produzione dei principali prodotti ortofrutticoli.Di certificazione, ma non solo, si è parlato all’Istituto d’Istruzione di Cles, nell’ambito della partecipatissima giornata tecnica promossa dall’Istituto agrario San Michele all'Adige che ha visto intervenire circa 500 frutticoltori.
I tecnici di San Michele all’Adige sono stati incaricati tre anni fa di seguire il percorso relativo all’ottenimento della certificazione da parte delle aziende agricole, certificazione che quest’anno ha assunto la nuova denominazione di “Global Gap”.
“Ad oggi le cooperative di Melinda certificate sono undici, ma entro quest’anno si concluderà l’iter per le altre cinque - ha spiegato Fabrizio Benvenuti -. Anche le cooperative afferenti alle organizzazioni dei produttori la Trentina e provenienti dall’ex Paganella hanno iniziato l’iter estendendolo non solo al prodotto mele, ma anche a susine ed actinidia”. A partire dal 2007 si è aggiunta la cooperativa S. Orsola, che ha certificato 215 aziende produttrici di fragola, fragolina, mirtillo, lampone, mora e ribes e quest’anno coinvolgerà in questo processo altri 200 soci, tra cui alcuni in Calabria, nella zona della Locride ed altri in provincia di Verona, estendendo il prodotto certificato anche al ciliegio.

Le tematiche affrontate a Cles hanno riguardato sia aspetti agronomici che di difesa fitosanitaria. Klaus Marshall del Centro sperimentale di Laimburg ha parlato di alternaria del melo. La malattia fungina è comparsa in Trentino tre anni fa ed è oggetto di approfondimento sia da parte dell’Istituto agrario sia del Centro sperimentale di Laimburg, due istituti che collaborano attivamente nel settore frutticolo anche organizzando incontri e momenti di approfondimento. Si è parlato inoltre di diradamento, con la presentazione di risultati e proposte alternative al Carbaryl per le principali varietà diffuse in val di Non.
"Il diradamento meccanico – hanno spiegato Alberto Dorigoni e Tommaso Pantezzi - integrato all’occorrenza da un successivo intervento chimico in postfioritura, probabilmente sarà la migliore soluzione per cultivar alternanti come Fuji e Red Delicious, quasi insensibili ai prodotti di post-fioritura”. Altro argomento affrontato è l’importanza della preparazione ottimale del terreno per i nuovi impianti.
“Nelle ultime annate - hanno osservato Mario Springhetti e Andrea Branz - i frutticoltori hanno posto un’attenzione particolare alla sistemazione superficiale del terreno, ma non hanno riservato altrettanta cura affinché al termine di tali lavori lo strato coltivabile fosse costituto da terra vegetale con buone caratteristiche chimico-fisiche e microbiologiche”. Piergiorgio Ianes si è occupato della distribuzione responsabile dei prodotti fitosanitari.
In Trentino, ormai da diversi anni, nei vari settori agricoli, sono stati definiti dei precisi disciplinari che impegnano l’agricoltore a produrre in “armonia” con la natura, a tutela di sé stesso, del consumatore e dell’ambiente. “I prodotti fitosanitari più pericolosi per l’uomo e per l’ambiente sono stati tolti dal mercato in seguito all’azione di specifiche direttive comunitarie, ma è importante che l’agricoltore sia cosciente del fatto che vanno comunque impiegati in modo responsabile” ha spiegato Ianes indicando le modalità corrette di distribuzione sulla pianta.