Dopo una fase di declino nel ventesimo secolo, la mandorlicoltura sta tornando in auge in Italia. Per soddisfare le esigenze del mandorlo, Irritec propone diverse soluzioni che permettono di unire l'irrigazione a goccia a una sana fertirrigazione.
Alcuni prodotti della casa siciliana sono già in uso nell'azienda agricola Maccarese che coltiva cento ettari di mandorleto superintensivo nei dintorni di Roma e punta ad arrivare a 200 ettari.
Ottimi risultati con l'irrigazione a goccia
L'irrigazione a goccia è così utilizzata nella coltivazione del mandorlo perché permette di apportare acqua in modo localizzato attraverso l'uso di ali stese a terra, sospese tra le chiome o interrate (subirrigazione).
Ala gocciolante Irritec sospesa tra i fiori di mandorlo
(Fonte foto: Irritec)
"Il sistema irriguo influisce notevolmente sulla qualità delle mandorle - spiega Salvatore Scicchitano, esperto agronomo di Irritec. Con l'irrigazione a goccia, è possibile ottenere frutti con peso e uniformità maggiori e caratteristiche organolettiche migliori, ma anche ridurre l'incidenza di gusci vuoti con un conseguente incremento di resa per ettaro".
Irritec Multibar C a Maccarese
Nel mandorleto laziale troviamo le ali con gocciolatori cilindrici autocompensanti Irritec Multibar C che erogano una portata costante con pressioni comprese tra 0,5 e 4 bar. La portata dei gocciolatori è pari a 1,6 o 2,1 litri all'ora.
Per impianti molto estesi o in collina, Irritec consiglia l'uso delle ali gocciolanti autocompensanti perché distribuiscono una quantità omogenea di acqua e nutrienti dall'inizio alla fine del filare, anche quando questo è molto lungo o in pendenza.
Distribuzione uniforme dell'acqua lungo il filare con le ali autocompensanti Irritec
(Fonte foto: AgroNotizie)
Se si sceglie la subirrigazione, conviene installare le ali Multibar C con tecnologia Rootguard che evita l'occlusione dei gocciolatori da parte delle radici delle piante. Per aumentare la durata delle ali ci sono anche i prodotti iDrip Care per la rimozione dei batteri pericolosi e i gocciolatori a flusso turbolento iDrop, ideali contro le occlusioni.
Attenzione al tipo di terreno
Nel campo di Maccarese è stata stesa una sola ala gocciolante per filare. Tuttavia, in presenza di terreni sabbiosi particolarmente drenanti, è preferibile mettere a dimora due ali per filare che assicurino una distribuzione uniforme di acqua ed eventuali nutrienti a livello delle radici.
Non solo. In suoli pesanti la spaziatura tra i gocciolatori può essere di circa un metro, mentre in terreni di medio impasto dev'essere di 60-70 centimetri e in quelli sabbiosi di 50 centimetri in modo da garantire un terreno sempre umido.
"Nei suoli sabbiosi - spiega Scicchitano - è elevata la forza di gravità che trascina l'acqua verso gli strati più profondi per effetto della percolazione. Diversamente, nei suoli argillosi è maggiore la forza di capillarità che permette all'acqua di restare attaccata alle superficie delle particelle del terreno".