Manitou forte di un'ottima performance commerciale rinnova il suo impegno verso le tematiche ambientali e sociali. Nella seconda edizione dell'evento On the Way Up ha illustrato i progressi di Corporate social responsibility (Csr) e annunciato la time line di sviluppo di tre anni per una gamma di mezzi ad idrogeno off road che verrà lanciata tra il 2025 e il 2027.

 

"Quest'anno abbiamo definito una struttura organizzativa chiara e obiettivi ambiziosi a lungo termine. Siamo nella fase iniziale ma sono fiducioso sui progressi" commenta Michel Denis, presidente e ceo del Gruppo Manitou.

 

"I nostri obiettivi sono stati condivisi nel Gruppo e con tutti i nostri partner. Siamo sulla buona strada verso il piano strategico New Horizons 2025" aggiunge Aude Brézac, direttrice Csr Manitou.

 

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L'Azienda si è concentrata sui quattro pilastri: etica, riduzione delle emissioni, benessere sul lavoro ed economia circolare
(Fonte foto: Manitou Group)
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Idrogeno verde, un'alternativa all'elettrificazione?

Tra le fonti di alimentazioni alternative l'idrogeno è una delle più discusse. Si parla dell'idrogeno verde, ovvero la versione "carbon free" prodotta dall'elettrolisi delle molecole d'acqua grazie all'energia eolica, in grado di combinare la capacità di accumulo di energia e la velocità di ricarica: caratteristiche fondamentali per le macchine da lavoro. 

 

"Abbiamo un progetto triennale di sviluppo, assemblaggio e collaudo di mezzi a idrogeno in condizioni reali: la prima macchina è in fase di assemblaggio e stiamo lavorando su due gamme diverse per le applicazioni off road. Abbiamo anche iniziato la costruzione della nostra prima stazione di rifornimento di idrogeno" racconta Julien Waechter, vicepresidente R&D di Manitou. 

 

Time line di progettazione del prototipo di sollevatore telescopico ad idrogeno

Manitou prevede la commercializzazione dei propri mezzi a idrogeno tra il 2025 e il 2027
(Fonte foto: Manitou Group)

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La riduzione delle emissioni guida la strategia Manitou

Il percorso intrapreso da Manitou si orienta verso minori emissioni di anidride carbonica e si concretizza in una serie di azioni racchiuse da una strategia condivisa per la riduzione del carbon footprint. Il Gruppo entro il 2030 punta a ridurre le emissioni di CO2 del 46% e, in particolare, quelle dei propri mezzi del 34%.

 

"Abbiamo adottato un metodo di calcolo della carbon footprint che considera le emissioni di ogni ambito e in ogni area. La vendita di un mezzo elettrico avrà quindi un impatto differente a seconda del Paese di vendita perché terremo conto del mix energetico locale" spiega Brézac. "Questo indicatore diverrà strategico per la nostra attività: saremo in grado di orientare e regolare la nostra strategia nel modo migliore".

 

Macchine a basse emissioni, il futuro del gruppo

La valutazione del Gruppo ha evidenziato che l'89%  delle emissioni è legato all'uso delle macchine. Diventa fondamentale per la strategia di Manitou fornire ai clienti soluzioni a zero emissioni o a basse emissioni, senza però ridurre prestazioni e autonomia.

 

Nel 2022 il lancio di sette modelli a basse emissioni oltre all'elettrificazione di tutte le piattaforme aeree e i sollevatori telescopici. Nel 2023 continuerà il processo in atto anche per i prodotti destinati al mercato agricolo. Queste soluzioni, secondo Elisabeth Ausimour, presidente della Divisione Prodotti Manitou garantiranno ai clienti un risparmio superiore anche al 20% nei costi di gestione

 

"Ci siamo posti l'obiettivo di arrivare ad una quota di macchine vendute a basse emissioni del 43% entro il 2030. Per questo vogliamo puntare sull'energia elettrica, ma anche su altre energie come l'idrogeno" aggiunge Ausimour.

 

Etica: in Manitou siamo tutti uguali

Tra gli obiettivi fondamentali del Csr dell'Azienda è l'uguaglianza di genere. La strategia di Manitou utilizza un indice basato su retribuzione, sviluppo professionale, diversità di genere e precarietà per misurare il livello di disuguaglianza presente nel Gruppo. "A partire dal terzo trimestre del 2022 l'indice è stato implementato in India, Stati Uniti, Italia e Francia" spiega Aude Brézac.

 

Altra azione intrapresa è la definizione delle linee guida per la gestione delle sponsorizzazioni. "Stiamo intensificando il nostro impegno nei progetti che sosteniamo. Entro il 2025 puntiamo a destinare l'1% del nostro utile netto a iniziative che si occupano di istruzione e inclusione" aggiunge Brézac.

 

Nuovi stabilimenti, più sicurezza per tutti

L'impegno sociale di Manitou passa anche attraverso la cura del capitale umano. Per questo il Gruppo francese ha investito nella sicurezza sul luogo di lavoro a garanzia di un ambiente sano, sicuro e confortevole. 

 

"All'inizio dello scorso anno abbiamo investito 150 milioni di euro nei nostri impianti industriali. Il nostro nuovo stabilimento di Candé in Francia, inaugurato alla fine di marzo, ne è un perfetto esempio" racconta Elisabeth Ausimour.

 

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Il nuovo stabilimento Manitou, fiore all’occhiello del Gruppo francese
(Fonte foto: Manitou Group)

 

Economia circolare: non si butta nulla

Con un approccio di economia circolare, il Gruppo punta a prolungare il ciclo di vita dei prodotti riciclando i mezzi dismessi e aumentando l'uso di materiale riciclato. 

Manitou stima che in circolazione vi siano oltre 182mila macchine di età superiore ai 15 anni molto vicine al fine vita. In poche parole, parliamo di 600mila tonnellate di materiali potenzialmente riciclabili.

 

Dal 2018 l'Azienda studia come gestire i mezzi dismessi affinché non lascino alcun impatto sull'ambiente. "I vantaggi sono anche economici - spiega Pascal Graff, direttore Service Development di Manitou. Le componenti di una macchina dismessa possono essere vendute come parti rigenerate o come pezzi di seconda mano, rispettivamente al 70% o 30-50% del pezzo originale. Oppure, reimpiegate direttamente come materie prime (metalli, plastica, gomma, etc.)"

 

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Le officine selezionate da Manitou possono smontare e recuperare tutte le componenti dei mezzi dismessi
(Fonte foto: Manitou Group)

 

"Il recupero delle componenti - aggiunge Duygu Seker, vice presidente Business Unit Ricambi - riduce i costi di manutenzione per i nostri clienti e dà una seconda vita ai pezzi usati che una volta rigenerati hanno garanzia identica ai pezzi nuovi. I ricambi rigenerati sono già disponibili in 30 Paesi, principalmente in Europa e Usa"