Per fortuna, lo scorso ottobre è arrivata la notizia della possibilità di un concordato preventivo in continuità che - a differenza di quello liquidatorio - non prevede né il mutamento strutturale dello scopo dell'impresa da lucrativo a liquidatorio né la messa a disposizione dell'intero patrimonio da parte del debitore per liberarsi delle obbligazioni. In seguito la situazione è parzialmente migliorata, anche se purtroppo non possiamo ancora parlare di lieto fine. Scopriamo cosa è successo negli ultimi mesi e... giorni.
Arrivano Weichai e Keestrack
Secondo la Cgil/Fiom Modena, il 10 dicembre 2020, nel corso di due incontri tra management aziendale e sindacati, la direzione ha allontanato l'ipotesi di fallimento di Arbos - senza spiegare quali sarebbero stati i passi successivi - ed ha accennato ad un soggetto industriale interessato all'acquisizione di Goldoni.Poco dopo Weichai Holding Group - che già collaborava con Lovol e dal 2012 ha investito in Italia - ha assunto una quota di maggioranza (60%) nel pacchetto azionario di Lovol.
Weichai Holding Group lo scorso luglio aveva chiesto al Cda del Gruppo proprietario di Goldoni-Arbos di identificare una strategia per il pareggio di bilancio e ora - come ipotizzato dalla Gazzetta di Modena -, potrebbe avere mire sul marchio di trattori.
Sempre il quotidiano modenese ha alzato il velo su un altro potenziale acquirente di Goldoni.
Si tratta del costruttore belga Keestrack, che ha depositato la manifestazione di interesse all'acquisto presso il Tribunale di Modena e versato i 500mila euro necessari per vincolare l'offerta. Gruppo di proprietà della famiglia Hoogendoorn specializzato nella produzione di mezzi industriali per cave e cantieri, Keestrack opera a livello globale con 65 partner in 46 paesi e possiede uno stabilimento anche a Ponzano Veneto, in provincia di Treviso.
Stando a quanto scritto sulla rivista spagnola Agrotécnica, il management della casa belga sembra intenzionato a concludere la trattativa e riavviare al più presto possibile la produzione delle trattrici.
C'è però una questione preoccupante: la proposta avanzata da Keestrack non prevederebbe la continuità operativa per tutto il personale, ma solo per 110 dipendenti (Fonte: Gazzetta di Modena).
Gennaio, un mese decisivo
Nelle prime settimane del 2021 ci sono stati ulteriori sviluppi nella complicata vicenda che - speriamo - portino ad un epilogo positivo per i lavoratori di Goldoni-Arbos. Lo scorso 13 gennaio Modenatoday riporta che il management aziendale "ha raggiunto un accordo coi sindacati per rinnovare fino al 26 marzo gli ammortizzatori sociali Covid-19 scaduti a Natale. A causa di pensionamenti e dimissioni, la cassa integrazione ordinaria riguarderà d'ora in poi 135 operai della Goldoni".Segnali incoraggianti sono emersi anche dal tavolo ministeriale del 14 gennaio 2021 a cui hanno partecipato la sottosegretaria del Mise Alessandra Todde, la direzione di Goldoni-Arbos e Lovol (a distanza), gli studi Deloitte e Dentons, Confindustria Emilia Centrale, i sindaci di Carpi e Rio Saliceto, i sindacati, le Rsu, il commissario giudiziale del Tribunale di Modena Paolo Rinaldi e l'assessore alle Attività produttive della Regione Emilia Romagna Vincenzo Colla. Durante l'incontro si è cercato di capire come favorire la vendita di Goldoni garantendo la continuità aziendale e produttiva.
Rinaldi ha fatto sapere - leggiamo su La Pressa - che il Tribunale di Modena si sta preparando ad avviare un'ordinanza di vendita di Goldoni dal 25 gennaio 2021, mentre Colla ha commentato: "In vista dell'ordinanza, il Tribunale ha chiesto a Goldoni-Arbos di adoperarsi per risolvere entro il 20 gennaio le criticità ancora esistenti, a partire dalla consegna del marchio e dei brevetti, in modo tale da permettere una vendita in grado di dare una risposta ai lavoratori. A questi ultimi va tutto il nostro sostegno per le iniziative di mobilitazione in difesa del posto di lavoro".
Dal canto suo, il presidente di Goldoni Chris Dixon - pur essendo disponibile a continuare il confronto con le organizzazioni sindacali e le Rsu - ha parlato di tempi molto stretti per la vendita. Se i processi dovessero andare avanti a rilento, si potrebbe tornare all'ipotesi di un concordato liquidatorio.
Di doman non c'è (ancora) certezza
In questo scenario, i sindacati restano preoccupati e vorrebbero incontrare in tempi brevi l'acquirente per conoscere il piano industriale e giungere ad accordi sindacali, fondamentali per assicurare prospettive adeguate ai lavoratori che - seppur con maggiore ottimismo rispetto al passato - proseguono il presidio fuori dalla fabbrica di Migliarina di Carpi. Secondo i sindacalisti della Cigl/Fiom, "le attuali condizioni poste non offrono ancora una risposta convincente alla richiesta di continuità occupazionale-produttiva e quindi il presidio continua" (Fonte: Il Resto del Carlino).I prossimi appuntamenti prevedono un incontro subito dopo il 20 gennaio, concordato da Colla con il ministero, e l'udienza con i creditori che - in programma il 21 gennaio - è stata rimandata a marzo 2021 per lasciare più tempo ai soggetti coinvolti di organizzarsi.
Intanto, la regione monitorerà gli sviluppi e il Mise sosterrà l'acquirente a condizione che sia garantita la piena occupazione. "Tribunale, lavoratori, sindacati e istituzioni si stanno comportando con grande responsabilità" ha dichiarato Colla. "Si può aprire una nuova fase, ma serve la massima trasparenza".