Non basta la buona qualità dell'olio di oliva che si prevede per questa campagna 2022-2023 a scongiurare la tenuta dell'intero comparto - afferma Confagricoltura in una nota. E le cause di questa situazione di vulnerabilità sono in parte strutturali, come la Xylella fastidiosa in Puglia, poi in rapida successione si sono aggiunte quelle di natura congiunturale, come la pandemia, la siccità e l'aumento esponenziale dei costi energetici e delle materie prime. Tutti fattori che "hanno determinato uno scenario pericoloso per il futuro dell'oro verde italiano" secondo Confagricoltura, che chiede "misure capaci di contenere i costi di produzione, così da calmierare quelli al consumo".

 

Le previsioni produttive: 30% in meno

"Vista la situazione - sottolinea Walter Placida, presidente della Federazione Nazionale Olivicola dell'Organizzazione - è necessario attivare delle strategie precise. La produzione, se nell'ultima fase del ciclo produttivo non si verificheranno importanti avversità meteorologiche o fitopatie, ha avuto una diminuzione media del 30%, che ha raggiunto punte anche 40% rispetto allo scorso anno. In Puglia e Calabria abbiamo registrato cali di produzione, più lievi in Sicilia, mentre in Toscana la situazione è in leggero recupero. Se il maggiore bacino per l'olio, con il 75% circa della produzione, scende, va da sé che calerà il totale complessivo italiano".

 

Costi alle stelle e prezzi su

Ma alla riduzione della produzione si aggiunge un notevole aumento dei costi: "Rincari a catena che hanno investito tutto il comparto - spiega Placida - oltre all'esponenziale crescita del prezzo del gasolio e dell'energia elettrica, abbiamo registrato forti aumenti, che inevitabilmente si rifletteranno anche sui consumatori, per le materie prime legate al confezionamento: vetro, banda stagnata, cartone, plastica". E con questi rincari alla produzione, "l'olio extra vergine al consumo non potrà avere un prezzo inferiore a 8,50 euro" sottolinea Placida.

 

Competitività a rischio

La conseguenza è una perdita di competitività dell'intera filiera: "Il costo fisso per molire un quintale di olive nella prossima campagna varierà da 11,02 a 26,91 euro al quintale, a seconda della taglia del frantoio, ai quali occorre sommare il margine del frantoiano. Nei piccoli frantoi - rimarca Paolo Mariani, presidente di Assofrantoi - specialmente quelli del Nord Italia, si arriverà ad un costo di circa 27 euro a quintale di olive, mettendo a rischio la prosecuzione dell'attività di moltissime realtà".

 

Valorizzare la filiera e tagliare i costi

Confagricoltura propone di sostenere la filiera dell'olio extravergine d'oliva made in Italy.  necessario valorizzare le produzioni made in Italy e rilanciare i consumi, - afferma Placida - mettendo in piedi velocemente misure capaci di contenere i costi all'origine, calmierando quelli al consumo".

 

Alcuni dati di mercato

L'Italia è il secondo produttore di olio, dopo la Spagna e secondo esportatore mondiale. Il 50% dell'export nazionale è concentrato su quattro Paesi, in primis gli Usa, che accolgono il 30% del prodotto tricolore, poi Germania, Giappone e Francia. La produzione italiana copre mediamente il 15% di quella mondiale. La produzione nazionale è concentrata in tre regioni (Puglia 49%, Calabria 14%, Sicilia 11%), è tendenzialmente in calo e soggetta a una eccessiva variabilità.