"La fase dell'allegagione - spiega Oliva - che si registra nella prima metà di giugno, e in cui avviene l'inizio della trasformazione dei fiori in frutti, è stata mediamente discreta anche se la fase estiva, con il caldo, ha contenuto l'ingrossamento delle drupe, sebbene poi si è recuperato in termini di pezzatura con le prime piogge".
"Nell'ultimo arco temporale - continua - la pioggia ed il vento forte, in particolare nella sibaritide e nel crotonese, hanno causato una cascola delle olive che ha inciso ulteriormente sulla quantità. Se andiamo a veder per zone - aggiunge Oliva - si registra un 40-45% in meno sulla fascia jonica e punte del 50% nel lametino".
Nelle zone interne del cosentino si ha un 30% in meno, mentre nella zona di produzione del Tirreno reggino, i volumi di produzione sono buoni e in linea con le migliori annate. Rassicurazioni giungono dai tecnici di Assoproli sulla Xylella fastidiosa. "Ad oggi la Calabria è indenne, ma - precisano - occorre non sottovalutare nulla e monitorare attentamente e costantemente la situazione mettendo in atto le buone pratiche agronomiche e la prevenzione".
L'olivicoltura in Calabria - evidenzia Coldiretti - si sviluppa sul 24% della superficie agricola utilizzata, con oltre 84mila aziende ad indirizzo olivicolo, una superficie investita in olivo di oltre 189mila ettari, circa 25 milioni di piante e moltissime varietà di olive; un tesoro di biodiversità, con quasi il 50% biologico e un forte impiego di manodopera nella intera filiera.
"Il nostro impegno è di potenziare e migliorare la filiera che coinvolge in Calabria 692 frantoi il 15% del totale italiano, con tre Dop ed una Igp- afferma Franco Aceto presidente di Coldiretti Calabria. "Ad incidere negativamente sulle imprese olivicole è stato anche il crollo dei prezzi pagati ai produttori, scesi a valori minimi. Un trend causato - spiega- dalla presenza sul mercato mondiale di abbondanti scorte di olio vecchio spagnolo, spesso pronto a essere spacciato come italiano a causa della mancanza di trasparenza sul prodotto in commercio, nonostante sia obbligatorio indicare l'origine per legge in etichetta dal primo luglio 2009, in base al Regolamento comunitario n 182/2009".