Per superare la diffidenza nei confronti dell'innovazione gli agricoltori statunitensi hanno un nuovo strumento per tutelarsi. Crop pro insurance è una assicurazione che negli Stati Uniti ha da poco ottenuto la licenza federale per operare nel campo agro. Oltre alle solite assicurazioni su fenomeni meteorologici avversi, parassiti e fluttuazioni di mercato, Crop pro offre anche assicurazioni sull'innovazione.
Il funzionamento è semplice. Se un agricoltore vuole adottare una innovazione, come un nuovo prodotto, semente o attrezzatura, può chiedere di essere coperto dal rischio che le cose vadano storte. Si paga un premio che varia a seconda della tecnologia che si vuole sperimentare e se le cose si mettono male interviene l'assicurazione.
In questo modo le compagnie allargano il proprio business, gli agricoltori si tutelano e il Governo statunitense incentiva l'innovazione nel settore primario. Significa agricoltura di precisione, prodotti come bioagrofarmaci o biostimolanti, software per la gestione aziendale e anche sementi non Ogm.
Ma come fa Crop pro a determinare il successo o l'insuccesso di una innovazione? Per prima cosa bisogna dire che non tutto potrà essere assicurato. La società individua un prodotto, si fa dare tutti i dati sull'efficacia dalla compagnia che lo ha sviluppato e cerca di raccoglierne anche da terze parti, come agricoltori, università e centri di ricerca.
Attraverso un software sviluppato appositamente Crop pro prevede quale ragionevole miglioramento della produzione l'agricoltore si può aspettare. Se a fine anno le produzioni sono minori di quelle previste (e il motivo è attribuibile al flop dell'innovazione) allora l'assicurazione interviene.
Ma le sinergie nel settore sono ancora più ampie. Ad esempio Crop pro già immagina di vendere prodotto innovativo e assicurazione abbinate. Una forma di 'soddisfatto o rimborsato' di ultima generazione. E poi ci sono i dati....
Crop pro ha ricevuto un finanziamento da otto milioni di dollari da Finistere Ventures e S2G Ventures, due società di venture capital molto attive nel settore Agtech. Oltre che ai profitti diretti gli investitori sono interessati ai dati che la compagnia di assicurazione immagazzinerà nel corso degli anni. Big data su produzioni, tecniche agronomiche, meteo, agrofarmaci e così via che poi potranno essere utilizzati in business paralleli.
Ma c'è di più, perché Crop pro si vuole buttare anche nel business dei prestiti. Già, perché con le informazioni che immagazzinerà nel corso degli anni la società potrà predire se una azienda che vuole fare un investimento in una nuova tecnologia avrà successo o meno. E allora Crop pro potrà concedere un prestito, magari auto-assicurandoselo.