In arrivo a Bruxelles la notifica ufficiale del decreto sull'etichettatura della materia prima per la filiera grano-pasta. Il provvedimento è frutto dell'intesa raggiunta tra il ministro delle Politiche agricole Maurizio Martina e il ministro dello Sviluppo economico Carlo Calenda. L'obiettivo del governo è quello di “valorizzare le produzioni di grano italiano di qualità e consentire all'industria della pasta di aumentare gli approvvigionamenti nazionali, all'insegna della massima trasparenza verso i consumatori”. 

La procedura europea
Le indicazioni in etichetta dell’agroalimentare prodotto e venduto in Europa è regolato dal regolamento Ue 1169 del 2011. La normativa europea prevede che ogni paese membro possa introdurre “in deroga” l’obbligo di indicazione per i prodotti alimentari prodotti all’interno del proprio territorio previa presentazione di una notifica ufficiale alla Commissione europea. 

Tre mesi di tempo per accettare il decreto
Dopo la ricezione ufficiale della notifica del decreto italiano sull'etichettatura del grano, la Commissione europea - direzione generale salute pubblica - avrà tre mesi di tempo per approvare l’iniziativa dell’Italia. In caso di risposta affermativa, l’Italia potrà imporre alle aziende italiane che vendono pasta prodotta in Italia di apporre l'indicazione di origine in etichetta.

Obbligo solo italiano
Il decreto italiano, se approvato, sarà obbligatorio solo alle aziende che producono pasta in Italia mentre le aziende degli altri paesi Ue che non producono in Italia non ne saranno vincolate. L’obbligo non si applicherà nemmeno agli alimenti destinati all’esportazione dal momento che le norme di etichettatura da rispettare sono quelle vigenti nel mercato di destinazione.

Il precedente: latte e formaggi
Quello della pasta segue l’esempio dell'obbligo di indicazione di origine per latte e prodotti caseari, norma che entrerà in vigore dal 1 gennaio 2017 in Italia secondo l’esempio francese. Anche la Finlandia e la Lituania hanno presentato alla Commissione europea una richiesta analoga, la seconda delle quali è stata respinta.

La nuova etichetta
Il consumatore italiano dovrebbe trovare in etichetta il paese di origine dell’ingrediente primario della pasta (la semola) e il paese di provenienza dell’ingrediente primario della semola (il grano duro). Ad esempio: "pasta italiana prodotta con semola italiana da grano spagnolo”. Se l’origine della semola e la provenienza del grano coincidono si potrà scrivere "grano duro e semola 100%" e il nome del paese. Nel caso di miscele di varie origini e provenienze si potrà scrivere "paesi Ue" e "paesi non Ue".

Italia leader mondiale produzione pasta
In Italia la produzione di grano duro ammonta a circa 4 milioni di tonnellate annue e quelle di pasta a 3,4 milioni di tonnellate annue, per un totale di 4,6 miliardi di euro e 2 miliardi di euro di export.
L’obiettivo è quello di aumentare del 20% le superfici coltivate coinvolte passando da 80.000 a 100.000 ettari per avere grano di qualità e migliore remunerazione per gli agricoltori”, ha dichiarato il ministro all’Agricoltura Maurizio Martina. “Allo stesso tempo vogliamo sperimentare, primi in Europa, un meccanismo di protezione del reddito dei produttori agricoli di grano con un'associazione sui ricavi".

Le etichette di origine obbligatorie in Europa
I prodotti per cui l’indicazione è obbligatoria in tutti i paesi Ue sono l'olio d'oliva, il miele, la frutta e gli ortaggi, il pesce, le carni bovina, suina, ovina, caprina e le carni di volatili. L’etichetta sul latte e i prodotti lattiero caseari (burro, yogurt, mozzarella, formaggi e latticini) varrà solo per l’Italia e i paesi che ne avranno fatto esplicita richiesta come la Francia.